I sukuk bond per le infrastrutture
Per finanziare progetti infrastrutturali a medio e lungo termine i mercati del Kazakistan e della Malaysia aprono ai cosiddetti "sukuk bond"
Roma, 2 aprile 2011 - La Banca di sviluppo kazako, istituto di credito nato per finanziare progetti infrastrutturali a medio e lungo termine, offrirà obbligazioni conformi alla legge islamica. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Interfax, la riunione dei direttori della banca ha deciso di emettere sui mercati del Kazakistan e della Malaysia i cosiddetti "sukuk".
L'operazione sarà gestita da HSBC Bank Malaysia Berhad, da Royal Bank of Scotlan d Berhad e da Halyk Finance. Il valore dei titoli islamici a cinque anni che verranno emessi toccherà i 500 milioni di dollari. La Sharia vieta che si possa guadagnare denaro dal denaro, quindi i "sukuk" non prevedono il pagamento di interessi. Sostanzialmente sono strumenti direttamente collegati ad un investimento di economia reale, che prevedono una partecipazione alla proprietà, i cui profitti derivano dal guadagno di tale investimento.
Con i Sukuk bond ci si può rivolgere sia a fondi specializzati sia a investitori non istituzionali, anche residenti nel paese emittente, oltre ai già noti fondi sovrani. Il target sarebbero, oltre ai 30.000 islamici residenti, i cittadini e fondi della Malesia e dei paesi del Golfo dove cresce una classe media vogliosa di diversificare i propri investimenti.
Anche in Europa da tempo si sta valutando l’opportunità di dare il via a obbligazioni di questo tipo. Lo stato tedesco del Saxony-Anhalt nel 2004 ne emise 100 milioni di euro. Ma nessuno sembra ancora aver fatto la mossa decisiva anche se l’Irlanda si è vista, lo scorso gennaio, stabilire il suo primo equity fund dal maggiore arranger mondiale di Sukuk bond, CIMB, originario della Malesia.