«II Ponte sullo Stretto va fatto»
La lettera pubblicata oggi sul quotidiano La Sicilia, nella rubrica "Lo dico a La Sicilia"
Caltanissetta, 14 ottobre 2014 – Abbiamo letto con molto interesse la risposta del ministro alle infrastrutture On. Maurizio Lupi all'interrogazione presentata dall'On Angelo Attaguile a proposito del ponte sullo stretto di Messina.
Lupi risponde con estrema chiarezza di essere favorevole, paventando anche il pericolo, più che fondato, della realizzazione del progetto Fermed che di fatto taglierebbe fuori l'Italia intera dal sistema dei grandi trasporti veloci. Spagna, Francia e Germania si stanno attrezzando, proponendosi con il progetto Fermed, di monopolizzare il traffico delle merci che, con le grandi navi porta containers, approdando nei porti spagnoli, potranno raggiungere con i treni veloci il resto d'Europa.
Lupi sostiene "la dimensione transnazionale del ponte ed il suo ruolo nella prospettiva dei grandi Corridoi europei e soprattutto il suo valore strategico nella proiezione del Continente europeo e dell'Italia verso l'intero bacino del Mediterraneo e la sponda nord del Continente africano, aree geografiche che saranno protagoniste del prossimo futuro".
Oggi la maggior parte delle grandi navi porta containers, circa duemila al giorno, uscendo dal canale di Suez entrano nel Mediterraneo, superano la Sicilia e Gibilterra e risalgono l'Atlantico per arrivare ai porti del Nord Europa dove scaricano le merci che poi ridiscendono su treni e camion. Un progetto capace di intercettare le navi nel Mediterraneo per poi trasportare le merci con treni veloci, farebbe risparmiare alle compagnie di navigazione circa sette giorni e quindi enormi somme di denaro. La Sicilia, al centro del Mediterraneo rappresenta la piattaforma logistica ideale per le navi che entrano da Suez, circa quattromila al giorno nei prossimi anni.
Il ministro Lupi dichiara che «l'unica cosa che manca al progetto ponte è una convinta e diffusa condivisione a tutti i livelli istituzionali giacché banche e paesi del Brics sarebbero pronti a cofinanziare l'opera». È per questo motivo che riteniamo sia arrivato il momento di rompere gli indugi, prendere coscienza del problema ed avviare la costruzione del ponte.
Sindaci, imprenditori, ordini professionali, deputazioni regionali e nazionali, cittadini tutti e più in alto il Presidente della Regione ed il Presidente del Consiglio si adoperino a non perdere più tempo, avviando non solo la costruzione del ponte ma anche tutte quelle infrastrutture funzionali al ponte e cioè l'alta velocità ferroviaria, l'HUB portuale di Augusta e Termini Imerese, l'aeroporto intercontinentale del Centro Sicilia a Ponte Cinque Archi, secondo un progetto di sistema che è stato già scritto dall'Arch. Pier Paolo Maggiora e si chiama Arge. Sostenere il Progetto Arge ed avviarlo subito non è più un "optional" ma un preciso dovere di tutti se non si vuole restare fuori dalle grandi linee di comunicazione e dai grandi Corridoi delle merci.
È Arge la grande sfida: se la perdiamo la crescita del Paese sarà soltanto una parola vuota e senza più significato.