Il caro-benzina schiaccia la spesa alimentare
Anche per effetto della crescita del costo dei carburanti, sono cresciuti i prezzi alimentari mentre sono diminuite le quantità acquistate
Torino, 14 maggio 2012 - I record sempre più alti dei prezzi di benzina e gasolio hanno schiacciato verso il basso la spesa alimentare degli italiani. L’effetto perverso dei legami fra costo dei carburanti e livello di spesa alimentare è stato rilevato dalla Coldiretti che ha spiegato: “L’aumento record dei prezzi spinto dal caro carburanti fa svuotare il carrello della spesa che evidenzia un calo del 2 per cento degli acquisti dei prodotti alimentari in quantità”. I conti, per i coltivatori, sono presto fatti. Stando ai dati Istat in riferimento all’andamento dell’inflazione ad aprile. Il livello dei prezzi del carrello medio della spesa alimentare è arrivato al +4,7 per cento: il più alto dal 2008. La crescita del costo della benzina è stata del +20,9 per cento: il massimo dal 1983. Nello stesso periodi, come si è detto, gli acquisti di alimentari sono diminuiti del 2%. Fosche anche le previsioni per i prossimi mesi, sia per effetto dell’aumento del carico fiscale, sia per la possibilità che i prezzi di benzina e gasolio crescano ancora. E’ un’eventualità pesante soprattutto, dicono in Coldiretti, “in un Paese come l`Italia dove l'88 per cento dei trasporti commerciali avviene per strada”. L’organizzazione agricola poi sottolinea che il cosiddetto “caro-carburanti” ha effetti deleteri per l’intera filiera agroalimentare: produzione, trasformazione e distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale. Intanto, mentre il costo dei carburanti è salito, quelli dei prodotti alimentari hanno avuto comportamenti molto differenti. In aprile, per esempio, sono cresciuti meno dell’inflazione del 2,4 per cento rispetto allo scorso anno con riduzioni consistenti per la frutta (- 2,7 per cento), per le patate (- 5 per cento) mentre aumentano in misura consistente il caffè (+11,6 per cento). Sostanzialmente in linea con l’andamento generale dei prezzi sono - conclude la Coldiretti - la pasta (+2,3 per cento), il pesce fresco di mare di pescata (+3,2 per cento) i formaggi +(3,6 per cento), il vino (+3,8 per cento).