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Briciole di pane

Il Fondo Marguerite pronto a entrare nelle infrastrutture

Il fondo partecipato da Bei e Cdp italiana, francese e tedesca studia di rilevare l'inoptato per la tangenziale esterna milanese

Milano, 6 settembre 2013 – Il fondo Marguerite studia il dossier della Tangenziale esterna di Milano, che nelle prossime settimane dovrà risolvere il nodo dell'inoptato da oltre 80 milioni legato al nuovo aumento di capitale. Marguerite è una sorta di F2i di profilo "europeo" visto che effettua investimenti nelle infrastrutture e trai propri sponsor, oltre alla Banca europea per gli investimenti, annovera Cassa depositi e prestiti e le sue principali omologhe europee, ovvero la francese Caisse des Dépots et Consignations e la tedesca Kfw. Un eventuale intervento nella ricapitalizzazione della Tangenziale esterna - ipotesi che con il passare dei giorni sembra diventare più concreta - rappresenterebbe peraltro la prima operazione del fondo in Italia.
In tutto la nuova tangenziale, che appartiene alla lista delle grandi opere europee (la Trans European Network-Transport), vale circa 1,8 miliardi, di cui quasi 1 miliardo di finanziamento, 580 milioni di equity e 330 milioni di contributo pubblico. Una complessa architettura finanziaria, evidentemente difficile da mettere a punto in anni di crisi come questi, che negli ultimi mesi si sta comunque definendo a ritmo serrato. Del resto la realizzazione della tangenziale è funzionale alla Brebemi, la nuova arteria Milano-Brescia, un'opera da oltre 2 miliardi che entrerà in funzione a metà dell'anno prossimo e che vede impegnati in prima fila Intesa Sanpaolo e Gavio. Ma veniamo al nodo dell'aumento di capitale. Dei 580 milioni di equity richiesti perla Tangenziale esterna, finora ne sono stati raccolti 220, mentre altri 245 milioni arriveranno dalla ripatrimonializzazione approvata dall'assemblea a fine luglio. Da qui a fine anno l'operazione dovrà forzatamente vedere una soluzione all'inoptato da 82 milioni, che nascerà dalla mancata adesione di Asam (holding della Provincia di Milano) e della Milano Serravalle, entrambe alle prese con forti difficoltà finanziarie. Un "buco" a cui potrebbero aggiungersi altri 20 milioni circa, che alcune cooperative socie potrebbero avere difficoltà a sono-scrivere. Da qui, fermo restando che gli altri soci della Tangenziale esterna - a partire da Impregilo (col 17,7%), Pizzarotti (10%) e Autostrade Lombarde (6,7%) - faranno la propria parte, potrebbe nascere l'intervento del fondo Marguerite, di cui al momento, come riferito da Radiocor, restano comunque da definire diversi dettagli. I numeri, sottolineano gli operatori del settore, sono interessanti: nonostante il calo delle previsioni future sul traffico abbia portato a un riassestamento del piano finanziario dell'opera, il tasso interno di rendimento (in altre parole la redditività dell'investimento garantita ai soci) è rimasto fermo all'ipotesi formulata due anni fa e cioè all'8,7 per cento.
Una volta chiusa questa ricapitalizzazione, per raggiungere il target di equity previsto mancheranno 115 milioni, che verranno forniti attraverso un prestito soci da deliberare in assemblea comunque entro la fine dell'anno. È questa infatti la scadenza da rispettare per il closing finanziario complessivo dell'opera, pena la revoca del contributo pubblico da 330 milioni recentemente concesso da Concessioni autostradali lombarde e che verrà erogato in più tranche, anche se - nel caso le trattative con il fondo Margherite si prolungassero - lo Stato potrebbe concedere una dilazione oltre il 31 dicembre. Raggiungere i 580 milioni di capitale previsti dal piano è, in questo senso, legato all'altro nodo cruciale da sciogliere: il prestito da circa 1 miliardo di euro. In autunno dovrebbe prendere definitivamente forma il consorzio bancario che garantirà il 50% del finanziamento, mentre sull'altra metà dovrebbe intervenire Cdp. Tra gli istituti coinvolti ci sono Intesa Sanpaolo, Centrobanca, Bpm e Unicredit e ci sarebbe anche un interesse, finora non formalizzato, di Bbva, Dexia, Credit Agricole e Banca Intermobiliare. In più, Tangenziale esterna ha richiesto un ulteriore sostegno alle banche, per circa 70 milioni, necessario a finanziare i cantieri nel breve termine.

Cheo Condina (Il Sole 24 Ore)