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Briciole di pane

Il Sole 24 Ore intervista Claudio Costamagna, Presidente di Impregilo: «Nasce il campione italiano delle infrastrutture»

Sull'operazione Ecordovias: «Abbiamo venduto a 18,5 real per azione, mentre oggi il titolo quota 14,70 real»

Milano, 25 giugno 2013 – «Nasce il campione italiano, nel settore delle infrastrutture complesse, in grado di competere in questo segmento con i colossi delle costruzioni francesi e spagnoli. Ora possiamo entrare tra i primi 10 gruppi del settore al mondo, se si escludono alcuni gruppi cinesi e coreani le cui dimensioni non sono chiare. Inoltre in alcune aree specifiche, potremo essere tra i primi 5 al mondo. A questo punto abbiamo la possibilità di acquisire progetti di costruzioni di rilievo in concorrenza con qualsiasi altro competitor».
A parlare è Claudio Costamagna, presidente del gruppo Impregilo, che è stato uno dei principali artefici della fusione con Salini Costruzioni, operazione giunta al capolinea ieri con il via libera dei consigli di amministrazione. Costamagna è stato uno degli advisor principali di Pietro Salini nel piano che nell'ultimo anno e mezzo lo ha visto entrare in Impregilo, salire in maggioranza, scalzare (in un'infuocata assemblea dello scorso anno rimasta negli annali) il vecchio socio di maggioranza, Gavio, lanciare un'Opa per il controllo totalitario e infine fondere Impregilo con la sua Salini Costruzioni.
Quali sono le prospettive di crescita della nuova Salini-Impregilo?
Con l'operazione approvata dai consigli di amministrazione Impregilo incorporerà Salini. Si uniscono due leader italiani. Basta guardare i numeri. Assieme le due aziende sono finora state in grado di realizzare nel settore delle costruzioni 230 dighe nel mondo, impianti di produzione di energia elettrica per 36.800 megawatt, circa 1250 chilometri di tunnel, 6.700 chilometri di linee ferroviarie, 340 chilometri di linee della metropolitana, 36mila chilometri di strade e autostrade, 320 chilometri di viadotti.
Quali progetti sta guardando Salini-Impregilo?
Da ottobre i due gruppi operano già assieme. Stiamo concorrendo su una ventina di progetti in giro per il mondo, in particolare in aree come Medio Oriente e Africa. Inoltre abbiamo già ottenuto 20 miliardi di commesse combinate tra Impregilo e Salini, alcune di grande rilievo: in particolare, l'appalto da 1,7 miliardi di euro promosso dalla Qatar Railways Company per la progettazione e realizzazione di una linea della metro di Doha ma anche lo sdoppiamento del canale di Panama, che ha un valore di 4 miliardi di dollari complessivi. Negli Stati Uniti sono in corso di svolgimento 4 progetti e tra le altre commesse importanti ci sono due linee ferroviarie in Venezuela, la linea ferroviaria di Abu Dhabi, il metro da Santiago del Cile e una diga in Etiopia, oltre ai contratti ottenuti in Brasile con Ecorodovias.
Proprio per la vostra ex-partecipata brasiliana Ecorodovias sono nate diverse polemiche. Crede che vendere sia stata una buona scelta?
A parlare sono i numeri. Abbiamo venduto la partecipazione a 18,50 real per azione. Oggi il titolo Ecorodovias quota 14,70 real. A quel tempo molti ci hanno criticato per questa scelta, ma noi guardavano con attenzione ai numerosi studi che dicevano che il Brasile non andava così bene come si pensava. Alla fine, grazie alla tempistica di quella vendita, abbiamo incassato 300 milioni in più rispetto a quanto avremmo guadagnato oggi, fra discesa del titolo e svalutazione del real.
Ci sono rumors che la sua avventura in Salini-Impregilo potrebbe terminare nei prossimi mesi. Cosa risponde?
Li smentisco. Resterò come presidente. Anche perché è Salini ad essere stata incorporata in Impregilo. Dunque questo consiglio di amministrazione resterà in carica per tre anni, eccezion fatta per qualche piccolo cambiamento che verrà realizzato. Questo board ha fatto bene in tutte le tappe importanti del processo: grazie anche al lavoro svolto dai consiglieri indipendenti.
Ha sempre creduto di arrivare a questo esito nell'anno e mezzo di lotte con Gavio che hanno portato alla fusione?
Noi abbiamo sempre tirato dritto, in modo da uscire dalle concessioni e focalizzarci sulle costruzioni. Il mercato ci ha seguito.
Quali sono le soddisfazioni che il nuovo gruppo potrà ora dare agli azionisti?
Fino ad oggi l'investimento in Impregilo, esclusi i dividendi, ha reso il 100 per cento. Da ora in poi dobbiamo convincere gli investitori, soprattutto gli istituzionali esteri, che questo business può rendere bene. Ad esempio Impregilo-Salini potrebbe essere un modo diverso, una sorta di proxy, per investire in Africa e nei Paesi emergenti. Questi mercati hanno già ora e avranno sempre di più una quota di rilievo nel nostri business. Inoltre, guardando i bilanci, il gruppo nasce con una struttura finanziaria equilibrata e con una leva relativamente modesta.
Servirà tuttavia riportare la società ad avere un flottante adeguato. Quando lo farete?
Lo faremo appena possibile. L'obiettivo è avere almeno un flottante minimo del 25 per cento, collocando azioni sul mercato.

Fonte: Il Sole 24 Ore