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Briciole di pane

Il Sud ha speso solo l'8,2% dei fondi europei disponibili

Mezzogiorno al palo, al Centro-Nord l'utilizzo è doppio

Roma, 6 febbraio 2011 — I miliardi teoricamente a disposizione sono tanti, quelli che poi si spendono davvero molti meno. È questo, non da oggi, uno dei paradossi delle politiche per il Mezzogiorno d'Italia. Proprio mentre il governo si prepara a rispolverare, in funzione di stimolo all'economia, il Piano per il Sud già più volte annunciato, uno studio della Uil basato sui numeri della Ragioneria generale dello Stato (aggiornati allo scorso dicembre) evidenzia il fortissimo ritardo con cui vengono impiegati i fondi strutturali europei per il periodo 2007-2013. Su 47 miliardi disponibili in questo periodo di programmazione ne sono stati effettivamente spesi solo 3,9 cioè l'8,2 per cento. La risorse complessivamente impegnate, che comprendono dunque quelle non spese ma specificamente destinate ad un progetto operativo, arrivano invece a 7,8 miliardi, cioè in percentuale del totale il 16,6.
Si tratta di un risultato decisamente insufficiente, come emerge anche dal confronto con quanto avvenuto nello stesso periodo nel resto d'Italia. Infatti i fondi strutturali destinati al Sud sono solo una parte, sebbene la più consistente, dei fondi strutturali destinati all'Italia. Sui 12,4 miliardi di risorse del Centro-Nord, la percentuale di spesa arriva al 16,3 per cento e quella di impegno al 34,1: il ritmo di marcia dunque è almeno doppio. L'Unione europea aveva indicato anche un obiettivo intermedio per la fine del 2010: secondo il calendario previsto a quella data dovevano risultare spesi o impegnati 26,6 miliardi su 47. Il traguardo dunque risulta non solo non raggiunto, ma drammaticamente lontano. E il nostro Paese è riuscito a scongiurare il disimpegno automatico delle risorse solo grazie alla decisione della Commissione europea di dare più tempo per la rendicontazione. Di questa situazione prendeva atto anche il Piano nazionale per il Sud presentato alla fine dello scorso anno dal ministro degli Affari regionali Fitto. Nel testo, che dovrebbe essere la base delle nuove iniziative annunciate dal presidente del Consiglio, si tracciava un bilancio ancora più sfavorevole (perché aggiornato a metà 2010) con appena il 7 per cento di risorse spese. Veniva ricordato inoltre che relativamente al precedente periodo di programmazione per le otto Regioni del Mezzogiorno era stato speso solo il 38 per cento dei 16 miliardi di Fondi Fas stanziati. Uno degli obiettivi del Piano per il Sud è proprio destinare ad altri programmi i miliardi che fin qui risultano non spesi o spesi troppo lentamente.
Naturalmente in questo quadro non confortante ci sono Regioni che fanno peggio ed altre che fanno meglio. In Sardegna la spesa è al 17,6% del totale dei fondi a disposizione per il periodo 2007-2013, in Basilicata al 15,9% e in Molise al 10,2%.
In forte e preoccupante ritardo Abruzzo e, soprattutto, Sicilia e Campania. Infatti in Sicilia il livello di spesa fra qui realizzata è fermo al 5,3% del totale di risorse a disposizione (che ammontano a 8,6 miliardi di euro), in Campania la percentuale è, addirittura, del 3,6% (su 8 miliardi di euro disponibili per questa Regione).
Per il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, la situazione è da «allarme rosso». «Secondo Loy ora «si pone il tema della selettività e strategicità degli interventi, della qualità della progettazione, della qualità e velocità della, spesa, della concentrazione delle risoese».

(Fonte Il Messaggero)