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Briciole di pane

«Il telepass di Atlantia conquisterà l'Europa»

Il gruppo italiano scelto per il sistema di esazione della tassa ecologica per i mezzi pesanti

Roma, 19 gennaio 2011 - Sulla carta erano in molti a dipingerla come una missione impossibile, è assai raro che una società italiana riesca ad affermarsi in Francia. Tanto più se quello di cui si parla è un'infrastruttura strategica per quel paese. Atlantia è riuscita nel difficile compito di sfatare il più classico dei luoghi comuni: ieri il governo transalpino ha scelto il gruppo guidato da Giovanni Castellucci per realizzare e gestire il sistema di esazione di una tassa ecologica da far pagare ai mezzi pesanti che viaggiano sulla rete stradale nazionale (circa 15mila chilometri). Un esito che il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha commentato con orgoglio: «È un accordo importantissimo, un ottimo risultato ottenuto in un mercato difficile». E dal valore non certo irrilevante: 2 miliardi di euro, ossia più o meno 600-700 milioni per la realizzazione, prevista in un tempo di circa 21 mesi, e la fetta restante come percentuale degli incassi che la Francia riconoscerà ad Autostrade per l'Italia in funzione del programma digestione e manutenzione del sistema che durerà 11 anni e 6 mesi. Allo stato il piano ha già raccolto 600 milioni di risorse finanziarie (grazie anche al supporto di Deutsche Bank, Banca Imi, Uni-Credit e Mediobanca) per la fase di design&build ed evidentemente attende solo l'aggiudicazione definitiva perché scatti la posa della prima pietra. La vittoria di Atlantia è tanto più significativa se si misura il calibro dei competitor che la società italiana ha lasciato alle spalle: da Sanef (in partnership con Siemens, Caisse des Dépots et Consignations e Egis Projects) a France Telecom (in partnership con Kapsch, Atos Origin e Bouygues Construction). Complice il fatto che il team guidato dal gruppo italiano, che detiene il 70% della cordata, è riuscito a mettere a fattor comune le peculiarità di ogni singolo partecipante: il know how tecnico di Atlantia e le expertise di Sncf (10%), Thales (n%), Sfr (6%) e Steria (3%).
Ingegnere, si aspettava questo risultato?
Personalmente ritengo sia quasi un passaggio storico che l'azienda ha meritato dopo gli sforzi e l'impegno profuso nello sviluppo di nuove tecnologie.
La vostra offerta in che cosa si distingueva dalle altre? È stata una questione di prezzo?
La componente economica pesava solo per un 30% nella determinazione del punteggio valutativo. Il resto celo siamo guadagnati perché più di altri abbiamo offerto un progetto solido e affidabile sia dal punto di vista tecnologico che finanziario. Insomma abbiamo vinto perché ci siamo affermati nella somma dei parametri qualitativi, non certo perché la nostra era l'offerta con il prezzo più basso. Potrei dire che questo è l'esito dell'esperienza complessiva che abbiamo costruito in questo, tipo di progetti.
È la seconda volta che vi imponete fuori dai confini nazionali grazie al know how maturato nel pay per use.
In realtà sarebbe la terza. La prima operazione risale al 2002 quando attraverso Europpass ci siamo aggiudicati la gara internazionale indetta dall'Ente austriaco per progettare, realizzare e gestire il più avanzato sistema di esazione del pedaggio per i mezzi pesanti, su oltre 2.000 chilometri di rete autostradale. Il progetto è stato completato in soli 18 mesi. Poi abbiamo tentato in Slovacchia ma lì il governo locale ci ha ingiustamente squalificati dalla gara. Ora la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti della Repubblica Slovacca per ripristinare il corretto svolgimento della competizione. Però, certo, la gara francese è di tutt'altra dimensione.
Vede altre opportunità in Europa?
Sicuramente il trend del pay per use si sta diffondendo in tutta l'Unione ma credo che nell'immediato Spagna e Paesi Bassi potrebbero rappresentare la prossima scommessa. Per entrambi si parla di progetti di caratura nazionale con tecnologia analoga a quella richiesta in Francia. Al momento non ci sono progetti attivi fuori dai confini europei, ma non escludo che presto si materializzino delle occasioni.
A proposito di Spagna, pochi giorni fa si è consumato il divorzio definitivo da Abertis. Come lo valuta?
Abbiamo sempre detto che c'era una schiera di investitori interessati e pronti a subentrare al gruppo spagnolo. E così è stato. Normalmente in queste situazioni il titolo soffre e invece, per quanto detto prima, abbiamo registrato una forte ascesa delle quotazioni.
E l'uscita da Strada dei Parchi?
In Strada dei Parchi abbiamo compiuto la nostra missione, Toto è un ottimo gestore e ora potrà guidare lo sviluppo della società. Atlantia, dal canto suo, ora potrà beneficiare di un miglioramento dei ratio patrimoniali e recuperare ulteriore flessibilità finanziaria per lo sviluppo internazionale.
Avete già in mente obiettivi precisi?
Le nostre priorità sono l'America del Sud e l'India ma preferiamo parlare dei deal a contratti firmati.

Fonte Il Sole 24 Ore

Laura Galvagni