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Briciole di pane

Impregilo in cerca della svolta

Il 78% del fatturato realizzato all'estero ma i dati 2010 evidenziano un calo del 24% dei ricavi

Milano 21 marzo 2011 - Bilancio di luci e ombre nel 2010 per la prima impresa italiana delle costruzioni. Nel triennio il margine operativo lordo (Ebitda) migliora del 12,4% e l'Ebitda margin passa da 8,5 a 13,7%; il risultato operativo (Ebit) cresce del 18,5% e il suo margine dal 6,4 al 10,9%. Quanto al capitale investito netto e al patrimonio netto si incrementano dell'84,1 e del 36,6 per cento. Ma pur spingendo il più possibile all'estero (dove è arrivato a realizzare il 78% del fatturato in 30 Paesi), Impregilo ha presentato un bilancio 2010 che non lo fa avanzare in Europa e nel mondo. A differenza del suo inseguitore, Astaldi, che ha di poco mancato uno storico sorpasso: se infatti il primo è sceso (del 24,2%) a 2.062 milioni di ricavi consolidati, il secondo è salito (del 9,2%) a 2.045 milioni (55,1% dei ricavi operativi). Se poi si considera che Impregilo contabilizza 309,9 milioni (-57,8%), prodotti dalla controllata Fisia Italimpianti (nella dissalazione dopo aver abbandonato il trattamento rifiuti solidi urbani) che è in via di dismissione (almeno parziale), il sorpasso risulta acquisito. Come si è giunti a tanto? Certo le difficoltà del mercato nazionale sono le prime responsabili: per quanto riguarda le costruzioni, basti ricordare che i ritardi si accumulano per opere che Impregilo ha da troppi anni in portafogli, il ponte sullo Stretto di Messina o il Terzo valico ferroviario Milano-Genova o "passi falsi" in importanti gare come quella per la Pedemontana veneta; per quanto attiene le concessioni il mancato sblocco di quelle autostradali assentite dell'Anas; per quanto interessa l'attività impiantistica, la vicenda giudiziaria del progetto Rsu Campania, che continua anno dopo anno ad appesantire la finanze del gruppo e anche a lederne l'immagine.
Le notizie non sono tutte buone: se nel comparto delle concessioni (autostradali) Impregilo ha messo a segno bei colpi dal punto di vista economico/finanziario (come la quotazione in Brasile della società Ecorodovias e la cessione, con 65,5 milioni di plusvalenza ante imposte, dell'argentina Caminos de Las Sierras) e ha anche vinto la concessione «Ruta del Sol» in Colombia; nell'aggiudicazione di nuovi lavori non manca qualche "stonatura": a Panama, dove si era celebrata la vittoria per l'ampliamento del Canale (in un raggruppamento guidato da Sacyr y Vallehermoso) è mancata la vittoria nella gara per la metropolitana, mentre in Libia la prospettiva di realizzarvi, tramite la filiale Litco, 260 milioni di lavori si allontana quantomeno nel tempo a causa della guerra civile in corso. Non per niente l'amministratore delegato, Antonio Rubegni, ha dichiarato che Impregilo cerca la svolta dopo tre anni difficili. Perché, come si evince dalla tabella a fianco, non tutti gli indicatori di bilancio, su base triennale, consolano: in primis i ricavi, che scendono dal 2008 al 2010 del 30,3% (in controtendenza rispetto ai competitori di riferimento) ma anche il risultato netto che cala nel triennio del 23,8%, sostenuto da partite straordinarie di alienazioni (pur crescendo il net margin dal 5,7 al 6,2%).

Aldo Norsa - Sole 24 Ore Edilizia e Territorio