Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Impregilo, si tratta su Panama

Incontro di vertice tra l'Autorità del Canale e il Consorzio GUPC

Milano, 8 gennaio 2014 – Si tratta sul Canale di Panama, con l'Autorità che ha aperto all'ipotesi di suddividere gli extracosti con il consorzio incaricato di realizzare i lavori. E visto che si tratta di ben 1,6 miliardi di dollari e che finora il committente aveva rifiutato di trattare sulle richieste dei costruttori, la notizia è bastata a regalare a Sacyr (che guida il raggruppamento) e a Salini-Impregilo una giornata positiva sui rispettivi listini. A Madrid il titolo del gruppo spagnolo di costruzioni ha chiuso la seduta in rialzo del 4,7%, mentre a Milano Salini Impregilo ha terminato gli scambi con un guadagno dell'1,7% a 4,88 euro.
Nella giornata di oggi, poi, potrebbero arrivare altre novità, visto che dopo un primo incontro ieri in tarda serata (primo pomeriggio a Panama) è previsto oggi un altro incontro tra i vertici dell'Autorità del Canale e i rappresentanti del consorzio Grupo Unido por el Canal (di cui fanno parte anche la belga Jan De Nul e la panamense Constructora Urbana). Al centro delle trattative, probabilmente, proprio la proposta ventilata lunedì 6 dal responsabile del Canale, Jorge Quijano, di suddividere i costi aggiuntivi tra l'Autorità e le aziende responsabili del cantiere. Anche se sembra difficile che queste ultime considerino l'idea condivisibile, visto che la loro tesi è che il costo complessivo debba essere sostenuto dal committente, con la disponibilità poi di sottoporre il giudizio sulla congruità di queste spese extra a una sicuramente uno stop al progetto, che vale 5,2 miliardi di dollari (esclusi gli extracosti) sarebbe deleterio sia per l'Autorità, che vedrebbe un significativo slittamento nella consegna dell'opera, che per le aziende, sui cui pende la minaccia che la conclusione del progetto sia affidata a un altro consorzio.
Per ora di certo c'è solo che l'ampliamento del Canale di Panama non potrà essere portato a termine nei tempi previsti. I lavori, iniziati nel 2009, avrebbero dovuto concludersi nel 2014, per coincidere con il centenario della costruzione del Canale, ma la conclusione è già stata rinviata al 2015. E adesso, con le aziende che minacciano di bloccare i lavori se non otterranno il pagamento degli 1,6 miliardi di dollari di costi extra, la consegna rischia di slittare ancora. Tuttavia gli analisti non sembrano considerare lo stallo a Panama un pericolo eccessivo per il gruppo italiano: «Il contratto di allargamento del Canale di Panama ha un valore di 350 milioni di euro nel portafoglio ordini di Salini Impregilo a fine settembre 2013, ossia 1'1,3% del portafoglio totale, pari a 26,7 miliardi», scriveva ieri Kepler Cheuvreux, ricordando che sul bilancio 2012 Impregilo ha già registrato un accantonamento da 170 milioni di euro relativo al Canale di Panama. Quindi nel peggiore dei casi, in assenza di un accordo sui costi extra, la società potrebbe essere costretta a contabilizzare ulteriori ma limitati accantonamenti. In attesa di una soluzione, Kepler Cheuvreux continua a puntare sul titolo Sailini Impregilo (buy con un target price a 5 euro).
 

Mauro Romano (MF-Milano Finanza)