Infrastrutture, Ance: troppa spesa corrente e pochi investimenti pubblici
Dal 2009 al 2011 la spesa in conto capitale ha subito una riduzione del 28,4% mentre quella corrente ha continuato a crescere
Roma, 13 novembre 2012 - Il ritardo infrastrutturale italiano è il risultato di una politica economica che da anni continua a penalizzare la spesa per gli investimenti pubblici a fronte di un progressivo aumento della spesa corrente. L'Associazione nazionale costruttori (Ance) nel documento "La questione infrastrutturale e la spesa pubblica italiana" a cura della direzione Affari economici e Centro studi ricorda che dal 2009 al 2011 la spesa in conto capitale ha subito una riduzione del 28,4% mentre quella corrente ha continuato a crescere registrando un aumento dell'1,8%.
Negli ultimi esercizi finanziari, spiegano gli analisti dell'Ance, sono state adottate numerose manovre correttive che, "nate in circostanze emergenziali, hanno agito quasi esclusivamente sulla componente in conto capitale della spesa, quella più facilmente comprimibile nei temi necessari ad assicurare la correzione dei saldi di finanza pubblica".
Sull'andamento delle spese in conto capitale degli ultimi anni, continua l'Ance, ha influito il forte irrigidimento del Patto di stabilità interno. Gli enti locali, per rispettare quel Patto, hanno agito quasi esclusivamente sulla spesa in conto capitale, posticipando l'avvio di nuovi investimenti e bloccando i pagamenti alle imprese a fronte di lavori regolarmente eseguiti ed in presenza di risorse disponibili in cassa. Nel periodo 2004-2010, per esempio, a fronte di un obiettivo di riduzione di spesa del 6%, i Comuni hanno ridotto del 32% le spese in conto capitale, aumentando invece del 5% le spese correnti.
Il quadro descritto viene ulteriormente confermato dall'analisi dei dati di previsione contenuti nei bilanci annuali dello Stato, dal 1990 ad oggi, che mostrano una riduzione del 51% delle spese in conto capitale a fronte di un consistente aumento della spesa corrente al netto degli interessi del debito pubblico (+28,8%). Se poi si considera la parte della spesa in conto capitale destinata alla realizzazione di nuove opere pubbliche, il divario rispetto all'andamento della spesa corrente è ancora più evidente. Le risorse per nuove infrastrutture, infatti, hanno subito, rispetto al 1990 una riduzione di oltre il 70%.
Le misure di contenimento della spesa pubblica hanno agito quasi esclusivamente sulla componente in conto capitale della spesa. L'analisi sul Bilancio dello Stato segna, infatti, una riduzione del 44% delle risorse per nuove infrastrutture negli ultimi quattro anni a fronte di una contrazione molto più contenuta delle spese correnti al netto degli interessi (-1,5%).
Negli ultimi esercizi finanziari, spiegano gli analisti dell'Ance, sono state adottate numerose manovre correttive che, "nate in circostanze emergenziali, hanno agito quasi esclusivamente sulla componente in conto capitale della spesa, quella più facilmente comprimibile nei temi necessari ad assicurare la correzione dei saldi di finanza pubblica".
Sull'andamento delle spese in conto capitale degli ultimi anni, continua l'Ance, ha influito il forte irrigidimento del Patto di stabilità interno. Gli enti locali, per rispettare quel Patto, hanno agito quasi esclusivamente sulla spesa in conto capitale, posticipando l'avvio di nuovi investimenti e bloccando i pagamenti alle imprese a fronte di lavori regolarmente eseguiti ed in presenza di risorse disponibili in cassa. Nel periodo 2004-2010, per esempio, a fronte di un obiettivo di riduzione di spesa del 6%, i Comuni hanno ridotto del 32% le spese in conto capitale, aumentando invece del 5% le spese correnti.
Il quadro descritto viene ulteriormente confermato dall'analisi dei dati di previsione contenuti nei bilanci annuali dello Stato, dal 1990 ad oggi, che mostrano una riduzione del 51% delle spese in conto capitale a fronte di un consistente aumento della spesa corrente al netto degli interessi del debito pubblico (+28,8%). Se poi si considera la parte della spesa in conto capitale destinata alla realizzazione di nuove opere pubbliche, il divario rispetto all'andamento della spesa corrente è ancora più evidente. Le risorse per nuove infrastrutture, infatti, hanno subito, rispetto al 1990 una riduzione di oltre il 70%.
Le misure di contenimento della spesa pubblica hanno agito quasi esclusivamente sulla componente in conto capitale della spesa. L'analisi sul Bilancio dello Stato segna, infatti, una riduzione del 44% delle risorse per nuove infrastrutture negli ultimi quattro anni a fronte di una contrazione molto più contenuta delle spese correnti al netto degli interessi (-1,5%).