Infrastrutture: «Basta annunci, ora vediamo i fatti»
Visto dalle imprese. I provvedimenti in cantiere e i nodi irrisolti
E` il comune sentire degli imprenditori, dal Nord al Sud: i momenti pesanti della crisi sono passati, ma la ripresa e` ancora incerta e c`e` bisogno di una scossa forte per crescere di piu`. Burocrazia e fisco pesante sono i nemici numero uno del fare impresa. Il Governo pensa ad interventi sulla Carta costituzionale per favorire la liberta` d`impresa.
«Giusto parlarne, ma quanto e` lungo l`iter di modifica? E i principi della Carta saranno attuati dagli enti e dalla burocrazia in periferia?», e` la domanda che si pone Jose` Rallo, imprenditrice siciliana del settore dei vini (Donnafugata). Stessa preoccupazione per Mauro Maccauro, presidente dei Giovani della Campania: «Non e` affatto scontato che le sovrintendenze, i consorzi di bonifica, qualsiasi ente non rallenti lo stesso l`iniziativa delle imprese. Meglio leggi di semplificazione».
Perplesso anche Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto: «Sono le riforme a costo zero auspicate, ma non vedo un impatto stravolgente». Piuttosto, secondo Tomat, per il rilancio bisogna agire su due fattori: il Sud e un aumento di produttivita`. Bene la defiscalizzazione per le imprese, «ma deve essere di lungo periodo, stando ben attenti ad evitare, come in passato, un uso distorto delle risorse». L`azione privata nel Sud va rilanciata: «E` fondamentale per il federalismo fiscale. Il Mezzogiorno e` un bacino importante di lavoro e di risorse, non si puo` andare avanti con l`assunzione dei precari, come ha fatto la Regione Sicilia». Inoltre bisogna aumentare la produttivita`: «In questi giorni si e` parlato della festivita` del 17 marzo. Proporrei piuttosto di intervenire sulla festivita` soppresse e lavorare una settimana in piu`. Sicuramente ci sarebbe un impatto positivo sulla produttivita` e competitivita` delle aziende e del Paese».
Intervenire sul fisco delle imprese al Sud puo` essere positivo anche per la Rallo: «Andrebbe legato al reinvestimento degli utili in azienda. L`imprenditore deve dimostrare di credere nella propria impresa. Inoltre sarebbe opportuno un taglio al costo del lavoro. Servono i soldi: bisogna combattere l`evasione fiscale, obiettivo che si raggiunge non solo con i controlli ma anche dando la possibilita` di dedurre totalmente le fatture». E` contraria invece alla Banca del Sud: «Abbiamo gia` visto in passato sprechi di denaro pubblico. Mi sembra di tornare indietro». Il fisco e` il tema cruciale anche per Maurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna: «Le misure in arrivo sono panicelli caldi. Serve una grande riforma fiscale per imprese e lavoratori. Confindustria ci sta lavorando», dice l`imprenditore bolognese, sottolineando anche il problema di favorire gli investimenti in ricerca e innovazione: «Ancora non abbiamo avuto risposte sul destino delle aziende rimaste fuori dal click day».
Sulla necessita` di redistribuire la ricchezza insiste anche Maccauro: «Bisogna ridurre le tasse su imprese e lavoratori per rilanciare i consumi, altrimenti sara` difficile avere una ripresa». E ai temi del fisco e della burocrazia, «due deterrenti che ostacolano gli investimenti», aggiunge la giustizia civile e i tempi lunghissimi dei processi. Ma c`e` un altro capitolo determinante per la crescita: le infrastrutture. Il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe affrontare il tema dei fondi Fas e di far partire le grandi opere interregionali. Ma non si parla invece del pacchetto di 12 miliardi, di cui 3,5 per opere piu` piccole, cui il Cipe ha dato via libera da mesi. «E` tutto fermo», denuncia Paolo Buzzetti, presidente dell`Ance (costruttori). «Ci sono molte opere pronte a partire e non si sblocca niente. Si creerebbe subito occupazione: 1 miliardo di infrastrutture attiva 23mila posti». Dei 3,5 miliardi sono in fase di attivazione solo 400 milioni di piccole e medie opere al Sud, 358 per l`edilizia scolastica, 100 milioni, su 1 miliardo previsto, per il dissesto idrogeologico.
«Non chiediamo soldi in piu`, ma di far partire cio` che e` stato approvato. Se le risorse non ci sono, allora lo dicano chiaramente», continua Buzzetti, preoccupato che nella rimodulazione del Fas si mettano risorse o su altre voci o su opere che partiranno tra anni, togliendo soldi a quelle che invece sono al nastro di partenza. Quanto al Piano casa, si augura che finalmente decolli: «Bisogna attuare una serie di misure per semplificarne l`attuazione. Mi auguro che si facciano».