Infrastrutture, Draghi: Italia indietro
Roma, 31 maggio 2011 - ''L'Italia e' indietro nella dotazione di infrastrutture rispetto agli altri principali paesi europei, pur con una spesa pubblica che dagli anni Ottanta al 2008 e' stata maggiore in rapporto al pil''. A sottolinearlo e' il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, nelle sue Considerazioni Finali. ''I programmi del Governo prevedono che l'incidenza della spesa scenda all'1,6 per cento nel 2012, dal 2,5 del 2009; nella media dell'area dell'euro la spesa programmata per il 2012 e' del 2,2 per cento del pil, dal 2,8 del 2009.
Incertezza dei programmi, carenze nella valutazione dei progetti e nella selezione delle opere, frammentazione e sovrapposizione di competenze, inadeguatezza delle norme sull'affidamento dei lavori e sulle verifiche degli avanzamenti producono da noi opere meno utili e piu' costose che altrove'', evidenzia Draghi. ''I progetti finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale vengono eseguiti - prosegue Draghi- in tempi quasi doppi rispetto a quelli programmati, contro ritardi medi di un quarto in Europa, e i costi eccedono i preventivi del 40 per cento, contro il 20 nel resto d'Europa. Nell'alta velocita' ferroviaria e nelle autostrade i costi medi per chilometro e i tempi di realizzazione sono superiori a quelli di Francia e Spagna, in una misura solo in parte giustificata dalle diverse condizioni orografiche. E' necessario recuperare efficienza nella spesa, anche per sfruttare appieno le risorse dei concessionari privati e quelle comunitarie, che non pesano sui conti pubblici''.
''A oggi sono stati completati poco piu' del 60 per cento degli ampliamenti concordati nel 1997 tra l'Anas e la principale concessionaria autostradale e meno del 30 di quelli decisi nel programma del 2004; il programma piu' recente, del 2008, e' ancora in fase di studio. Le opere da realizzare valgono circa 15 miliardi. I fondi strutturali comunitari attualmente a nostra disposizione sono stati spesi solo per il 15 per cento: quelli non spesi ammontano a 23 miliardi, a cui va associato il relativo cofinanziamento nazionale. Accelerare tutti questi interventi - incalza Draghi- darebbe un forte impulso all'attivita' economica''.