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Briciole di pane

Infrastrutture: fattore revoca sulle opere

Riallocati i finanziamenti assegnati al dicembre 2009 e non impegnati

Roma, 3 luglio 2011 - Potrebbe fare vittime illustri la riprogrammazione delle risorse per le grandi opere della legge obiettivo contenuta nella manovra. Tra le opere soggette alla tagliola della revoca dei fondi assegnati prima del dicembre 2009 e non ancora impegnati né attivati potrebbe finire la Pedemontana lombarda - 5.039 milioni di euro di investimento - che ha avuto negli anni scorsi 800 milioni mai utilizzati ed è alle prese con un piano finanziario tutt'altro che semplice. La norma prevede infatti la revoca e la riprogrammazione da parte del Cipe dei contributi e dei mutui che non siano stati autorizzati con il decreto interministeriale Infrastrutture-Economia successivo alla delibera Cipe di assegnazione. Dalle prime stime, i finanziamenti concessi interessati all'operazione revoca ammonterebbero a cinque miliardi circa, anche se è probabile che, al termine delle istruttoria, le risorse revocate possano attestarsi a 2-3 miliardi. Opere gravemente indiziate sono anche la statale fonica, la Campogalliano-Sassuolo, la Grosseto-Fano, forse qualche metropolitana (Torino e Milano) ma su tutte sono ancora in corso verifiche. Intanto, in attesa del testo definitivo della manovra, il nodo più importante da sciogliere sulle nuove risorse per 4.930 milioni, messe a disposizione dal ministero dell'Economia per il "fondo infrastrutture" e impegnabili a partire dal 2012,6 quello della copertura. Se, come sembra da alcune indiscrezioni, la copertura finanziaria della norma sarebbe trovata per due miliardi sulla tabella B e per tre miliardi dai Fas (Fondo aree sottoutilizzate) regionali, l'effetto dello stanziamento sui cantieri potrebbe essere molto più limitato di quanto facessero pensare le versioni del testo circolate prima e dopo il Consiglio dei ministri. Mentre le risorse della tabella B sono effettive, perché dotate di una adeguata e proporzionale dote di cassa nel tempo, quelle del Fas hanno una dotazione limitata di cassa, iscritta presso la Ragioneria con una certa costanza di quantità nel tempo, svincolata dalle risorse teoricamente programmabili e unica per tutti gli impieghi del Fas, nazionale e regionale. In sostanza, le risorse Fas realmente spendi-bili non si discostano mai dai 3-4 miliardi annui e devono coprire tutte le esigenze. Proprio opere come la Pedemontana lombarda potrebbero costituire una carta di tornasole: si tratterà di drastica ripulitura con l'esclusione di opere solo sulla carta e il premio a quelle davvero strategiche e cantierabili oppure l'operazione si concluderà con un "giro di giostra" di risorse da riassegnare magari alle stesse opere revocate, che non tarderanno a trovare sponsor politici anche pesanti? L'esperienza fatta con la revoca dei mutui della Cassa depositi e prestiti inattivi nell'ultimo anno offre elementi in entrambe le direzioni. Il primo bersaglio di quella norma contenuta nella manovra triennale del giugno 2010 fu l'autostrada tirrenica Sud, che dovrebbe raddoppiare l'attuale Pontina tra Roma e Latina. Opera impantanata da anni, fu individuata in istruttoria per la revoca del mutuo da 359 milioni assegnato dal Cipe nel 2004, ma sollevò reazioni furiose non solo dell'Anas, quanto dei due principali sponsor politici, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e la neopresidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Risultato: la pratica di revoca fu archiviata, l'opera accelerata e addirittura ottenne nuovi finanziamenti. D'altra parte, però, la revoca dei mutui Cdp ha funzionato anche nell'altro senso: numerose revoche di opere meno importanti sono state fatte e a beneficiarne è stato il Mose di Venezia con due tranche di finanziamenti Cipe negli ultimi sei mesi rispettivamente per 230 e io6 milioni. La ricognizione delle opere potenzialmente bloccate è già in corso ai ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture e al Cipe e i documenti di partenza so- no l'allegato infrastrutture al Dpef dello scorso novembre e un preziosissimo documento del Cipe del marzo 2009 Relazione sullo stato di attuazione del Programma infrastrutture strategiche (sul sito del Cipe). I dati sono in corso di aggiornamento, ma quella griglia di mutui e contributi concessi alle grandi opere, con relative percentuali di utilizzo, resta il punto di partenza. Allora le opere maggiormente in difficoltà erano un megalotto della Jonica con un mutuo per 698 milioni, la Campogalliano-Sassuolo per 234 milioni, l'hub portuale di Savona per 239 milioni, la Grosseto-Fano per 271 milioni, la Palermo-Agrigento per 211, il metro di Torino per 129. L'aggiornamento è in corso, sono in molti ora a tremare.

Giorgio Santilli (Fonte: Il Sole 24 Ore)