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Infrastrutture, industria del cemento soffre: -28,8% nel 2012

La crisi economica ha avuto impatto sull'industria del cemento ''più che su qualunque altro comparto'', sottolinea l'associazione di settore Aitec

Roma, 21 giugno 2013 - La crisi economica ha avuto impatto sull'industria del cemento ''più che su qualunque altro comparto'', sottolinea l'associazione di settore Aitec, indicando che nel 2012 il calo della produzione ''è stato di oltre un quinto'' (-20,8%), ed ha portato ''così a dimezzare complessivamente i volumi nell'arco degli ultimi sette anni''; e per il 2013 è stimato uno scenario di ulteriore arretramento. L'allarme è forte e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, intervenendo all'assemblea della Aitec, chiede al governo: "Bisogna recuperare la crescita nel settore delle costruzioni che è settore trainante e ha ricadute positive sul sistema manifatturiero ed economico del paese. Senza un settore delle costruzioni vivace è difficile trovare un percorso di crescita", per cui è necessario un "cambio di rotta per rilanciare a breve gli investimenti". Mentre il presidente dell'Aitec, Alvise Zillo, invoca "misure di rilancio dell'edilizia e dei progetti infrastrutturali: il Paese necessita di un piano di riqualificazione urbana in chiave di efficienza e sostenibilità".

I dati del rapporo Aitec 2012

Dai dati della relazione annuale di Aitec, emerge che nel 2012 la produzione di cemento in Italia si è ridotta drasticamente, con un calo pari al 20,8% rispetto al 2011, attestandosi a 26,2 milioni di tonnellate. Anche i consumi di cemento hanno registrato una riduzione del 22,1% nell'anno, arrivando a perdere il 45% circa rispetto al massimo raggiunto nel 2006. E le prospettive per il 2013 permangono critiche, con l'attesa di un ulteriore forte calo dei consumi intorno al 20-25%, dopo che nel primo trimestre 2013 si è già registrato un decremento del 22,4%, e con una situazione di capacità produttiva in eccesso al momento stimata al 40-50%.

Le proposte dell'Aitec

"Il rilancio di edilizia e infrastrutture rappresenterebbe un'opportunità di sviluppo per l'intero Paese, con effetti moltiplicativi su occupazione ed investimenti", ha dichiarato il presidente di Aitec. "Non è più rinviabile la decisione di avviare un piano di riqualificazione urbana, ispirato all'efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale, in linea con quanto fatto nel resto d'Europa - ha proseguito Zillo - e che possa mettere al centro dell'attenzione il recupero di un patrimonio edilizio italiano, uno dei piu' vetusti in assoluto". Proprio il tema del recupero del patrimonio abitativo italiano è al centro delle proposte di Aitec: il 60% degli edifici - pari a 1,5 milioni di unità - è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore della prima normativa antisismica e necessita pertanto di messa in sicurezza.

Mario Avagliano