Infrastrutture leva per la crescita
Codice dei contratti. Suddivisione in lotti negli appalti per favorire le pmi e incentivi ai privati che investono in opere pubbliche ed edilizia
Roma, 25 ottobre 2011 - Più margini per il recupero dei prezzi contrattuali con il «caro-materiali»; suddivisione in lotti per favorire le piccole e medie imprese; defiscalizzazione per alcune opere cantierabili; più risorse dalla riassegnazione di finanziamenti revocati; agevolazioni per le società di progetto; snellimento procedurale per l'approvazione dei progetti; débat public per la localizzazione delle infrastrutture strategiche; soppressa la norma sull'aggiudicazione dell'appalto al netto del costo del lavoro. Sono questi alcuni dei punti principali della corposa bozza di decreto-legge per la crescita e per lo sviluppo ieri in discussione in consiglio dei ministri.
Diverse le modifiche al Codice dei contratti pubblici: confermata la soppressione della norma del decreto legge 70/2011 che prevede l'aggiudicazione degli appalti al netto del costo del lavoro; riscritta la norma interpretativa sul divieto di varianti (oltre il 20%) nel senso di ritenerla applicabile ai contratti stipulati dopo l'entrata in vigore della legge 106/2011, di conversione del decreto legge 70. Inserita una norma che rende responsabili in solido il progettista e il verificatore per errori od omissioni progettuali da fare valere, da parte dell'impresa, nei confronti dei soggetti garanti (le compagnie assicuratrici); cancellato l'obbligo, per il titolare del permesso di costruire, dello svolgimento di una gara per la realizzazione di lavori al di sotto della soglia comunitaria. Si prevede poi, obbligatoriamente per le opere oltre i 20 milioni di euro, affidati con procedura ristretta, la cosiddetta «consultazione preliminare» sul progetto posto a base di gara; ritoccata anche la disposizione sul «caro-materiali», resa possibile per sforamenti oltre il 15% del prezzo rilevato con dm e relativo all'anno di presentazione dell'offerta, con l'eliminazione del requisito dell'eccezionalità delle circostanze (il 15% si ritiene di per se già eccezionale).
Per favorire l'accesso delle piccole e medie imprese agli appalti si dà la facoltà alle stazioni appaltanti di suddividere gli appalti in lotti e si stabilisce che per le grandi infrastrutture e per le opere compensative e integrative ad esse collegate, si debbano «garantire modalità di coinvolgimento delle piccole e medie imprese». Fra le novità si segnala l'ampliamento dell'operatività della norma sulla revoca dei finanziamenti assegnati per opere di interesse strategico, possibile per finanziamenti assegnati entro il 31 dicembre 2009 e non più solo entro il 31 dicembre 2008. Un rilevante pacchetto di disposizioni riguarda l'attrazione di capitali privati che verrebbe realizzata, in primis, con la defiscalizzazione, agendo su Ires ed Irap, quale contributo al finanziamento, per alcune opere immediatamente cantierabili individuate dal ministero infrastrutture e trasporti; i beneficiari sarebbero i concessionari privati che propongono interventi in project financing. Prevista, sempre per le concessioni, la cessione di immobili a titolo di prezzo anche se l'opera è al di fuori della programmazione triennale. Si propone anche che le obbligazioni emesse dalla società di progetto abbiano lo stesso regime fiscale previsto per i titoli del debito pubblico». Ulteriore leva per attrarre capitali privati è il contratto di disponibilità, forma di PPP che avrebbe ad oggetto un'opera di proprietà privata destinata all'esercizio pubblico. Confermata anche la norma con la quale si propone che, in caso di costituzione di società miste per lo sviluppo di aree territoriali, la quota di investimento pubblico degli enti locali risulti esclusa dal computo del saldo finanziario ai fini del rispetto del patto di stabilità. Un altro nutrito pacchetto di norme riguarda le accelerazioni procedurali per gli interventi in grandi infrastrutture, fra cui spicca la cosiddetta «approvazione unica del progetto preliminare» (come modifica all'art. 169-bis del Codice). Vengono snelliti gli adempimenti successivi alla pubblicazione sulla G.u.r.i. delle delibere Cipe relative alle grandi opere. Confermato, per il settore autostradale, il ripristino del modello di approvazione degli schemi di convenzione in vigore prima del 2006 (eliminati i passaggi al Cipe e alle commissioni parlamentari). Introdotto l'istituto della «consultazione democratica. sul modello del «débat public» per le grandi opere. Per l'Anas si elimina la norma che prevedeva la gratuità della cessione delle partecipazioni nelle società concessionarie a partire dal primo gennaio 2012, in virtù della creazione dell'Agenzia.