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Briciole di pane

Infrastrutture, riforma a 360°

Passera e Ciaccia preparano un atto di indirizzo, ad aprile una legge delega

Roma, 10 marzo 2012 – Un atto di indirizzo e una legge delega di 6-7 articoli per una riforma «organica» e a tutto campo della disciplina sulle «opere grandi, medie e piccole». Da qui è ripreso ieri il «tavolo Ciaccia», vale a dire il confronto «riservato» del viceministro alle Infrastrutture con gli stakeholder del settore. C'erano praticamente tutti. Al centro della scena, le tre fondazioni che hanno stilato le «89 proposte» da cui il dibattito è partito ormai un anno fa: Astrid, Italiadecide, Respublica.
Franco Bassanini ha parlato più di Luciano Violante ed Eugenio Belloni, mettendo a fuoco come gli interventi frammentari degli ultimi 5-6 decreti ancora non risolvono il problema della partecipazione dei capitali privati. Ci vuole "fisco buono" e sulle difficoltà di far decollare un project bond con un regime fiscale ordinario al 20% concordano tutti, a partire dallo stesso Ciaccia. Alla riunione c'erano i grandi committenti pubblici (Moretti per Fs e Ciucci per Anas) e autostradali (Castellucci e il gruppo Gavio), i rappresentanti delle imprese (Trevisani per Confindustria, Buzzetti per Ance, Lupo per Agi), delle banche (Abi) e per la prima volta anche di Confedilizia.
Il motivo di questa presenza si è compreso quando Ciaccia ha parlato di rilancio del «piano casa», con un ruolo forte di coordinamento del ministero per superare le difficoltà dovute allo spezzatino regionale. L'altra sorpresa era Pasquale De Lise, prossimo direttore generale dell'Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, che figurava nel gruppo dei tecnici del ministero con Incalza e Mastrandrea.
Discussione a largo raggio, larga condivisione delle linee guida di Ciaccia. Le imprese hanno provato a riproporre il tema dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione, ma Ciaccia ha spiegato che non era quella la sede (ma anche che il Governo sta dando il massimo sforzo sul tema).
Sui tempi dell'intervento si conferma metà aprile come orizzonte di riferimento, ma non si possono escludere accelerazioni, soprattutto se la richiesta dovesse arrivare da Palazzo Chigi. Nel pacchetto delle misure c'è anche il débat public cui tiene molto anche il premier: molti al tavolo hanno rivendicato la primogenitura della proposta, ma nessuno è così ingenuo da pensare che il modello transalpino trapiantato in Italia possa funzionare. Qualcosa ci sarà, comunque, magari in termini di riforma della conferenza di servizi. Starà in uno dei capitoli-chiave della legge delega, quello dei rapporti autorizzativi con il territorio, appunto.
Un altro capitolo sarà quello delle accelerazioni procedurali, con riferimento specifico alle decisioni del Cipe. L'articolo principale della legge sarà probabilmente quello contenente la delega sugli strumenti finanziari.
Serpeggia una delusione abbastanza forte tra gli operatori riguardo ai risultati concreti che le norme varate finora in materia di project financing possano produrre. Inevitabile il richiamo alle compensazioni Iva limitate ai soli porti, oltre che al project bond incompleto. Ciaccia ha invece evitato il tema della riforma del general contractor, puntualmente riproposta da Ciucci. Per ora si soprassiede, anche se la riforma della legge obiettivo - che Ciaccia preferisce proporre in termini di «rilancio» della legge obiettivo - sarà il cuore dell'intervento per le grandi opere.
Un altro capitolo di cui si è discusso è quello costituzionale. Qui le proposte sono due: da una parte il riordino dei poteri di Stato e Regioni, con l'ipotesi di competenze esclusive per il primo sulle opere strategiche e per le seconde sulle opere minori. L'altro tema è l'inserimento nella Carta di una norma che sterilizzi per i contratti e le opere in corso gli effetti di norme legislative ordinarie e amministrative peggiorative delle condizioni contrattuali e progettuali.
Non è mancato, ovviamente, il tema delle risorse. Ciaccia ha ricordato il riordino fatto già con il Cipe e ha riproposto un ruolo importante per la Cassa depositi e prestiti. Unanimi le imprese: non si può azzerare l'intervento dello Stato.

In arrivo la legge delega

COSTITUZIONE - Divisione di poteri Stato-Regioni e invarianza contrattuale
Vengono riproposte due norme costituzionali: la riforma dell'articolo 117 per una migliore ripartizione di poteri fra Stato e Regioni in materia di opere pubbliche; l'introduzione nella Carta di una norma che salvaguardi i contratti in essere da modifiche legislative.

RISORSE PUBBLICHE - Riordino delle risorse Cipe e ruolo di Cassa depositi e prestiti
Da una parte la rivendicazione per aver già fatto ordine nella programmazione delle risorse pubbliche con le delibere Cipe. Dall'altra un ruolo crescente della Cassa depositi e prestiti. Unanime la posizione delle imprese: ancora necessario l'intervento dello Stato.

PROJECT FINANCING - Una delega che consenta un intervento «organico»
C'è la consapevolezza che le norme introdotte dagli ultimi decreti legge in materia di incentivo ai capitali privati per il finanziamento di opere pubbliche siano insufficienti e frammentarie: necessario passare al "fisco buono" che renda convenienti i project bond e la partecipazione all'equity

LEGGE OBIETTIVO - Individuare le vere priorità, gli assi Ue al primo posto
Di riforma della legge obiettivo non si è parlato esplicitamente ma la delega andrà a parare anche lì. Per la pianificazione, ci sono le priorità Ue, anzitutto. Per ora non si affronta il tema della riforma della figura del general contractor. Più spazio alle Pmi.

ITER VELOCI - Tempi certi per le delibere Cipe e procedure più snelle
La questione di tempi certi per le delibere Cipe si era posta già con il Governo Berlusconi: fu bloccata dall'opposizione del ministero dell'Economia che "gioca" con le firme delle delibere e dei decreti attuativi, rinviando di mesi e anni i tempi. Altro nodo la registrazione alla Corte dei conti.

COMPENSAZIONI - Monti vuole il débat public, compensazioni da riformare
Monti propone l'adozione del débat public, ma in Italia è difficile che funzioni. Possibile riforma per la conferenza di servizi. Da rivedere il sistema delle compensazioni: ok ai tetti di Tremonti, ma quel che conta è raggiungere il risultato del via libera alle opere.

Giorgio Santilli (fonte: Il Sole 24 Ore)