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Infrastrutture, Todini: Mercato Ue non sia conquistato da cinesi

Si aggiudicano appalti con ricorso dumping sociale ed economico

Roma, 17 giugno 2011 - Il mercato europeo delle costruzioni non diventi terra di conquista da parte di imprese non soggette alle stesse regole competitive. Alla Conferenza annuale il presidente dei costruttori europei, Luisa Todini, lancia un appello contro la concorrenza sleale cinese nel settore delle infrastrutture.

"In Europa - ha dichiarato Todini, Presidente Fiec, alla conferenza annuale della Federazione dell`Industria Europea delle Costruzioni che quest`anno si svolge a Sofia, in Bulgaria – sono in aumento i casi di imprese di costruzioni e di logistica cinesi che si aggiudicano appalti nei settori stradale, ferroviario, portuale, edilizio, spesso ricorrendo a misure di dumping sociale ed economico. Inoltre queste società, essendo di proprietà statale, godono di aiuti finanziari preclusi alle imprese europee".

"Il caso della Polonia - ha aggiunto - dove nel 2009 il consorzio guidato da un’impresa cinese di proprietà statale si è aggiudicato, nonostante le molte e manifeste anomalie dell’offerta presentata, la gara per la costruzione di un tratto autostradale, e dove oggi i ritardi e i problemi nei lavori e pagamenti dei subappaltatori stanno inducendo il governo polacco a rescindere il contratto mettendo a rischio una infrastruttura necessaria ai campionati Europei di calcio del 2012, è solo il più evidente di un fenomeno preoccupante e in rapida diffusione".

"Il Sistema-Paese Cina troppo spesso agisce ricorrendo a misure sleali, e non solo nel nostro settore - ha ricordato - ne sono un esempio lo sfruttamento degli investimenti diretti esteri come strumento per carpire tecnologie e know how, che si traduce spesso in furto di proprietà intellettuale e in attività di contraffazione".

"Siamo per il libero mercato - ha ribadito Todini - e non invochiamo misure protezionistiche, ma le regole devono essere uguali per tutti: noi europei abbiamo creato un mercato interno senza alcuna difesa da pratiche commerciali che, se attuate da un paese membro, sarebbero considerate sleali. Le imprese cinesi partecipano alle gare europee con offerte che non rispettano gli standard economici, ambientali e sociali previsti dall`Unione ed è parimenti inaccettabile il fatto che, al contrario, le imprese europee incontrino ancora molti ostacoli nell’accesso al mercato cinese degli appalti".

(Fonte: TMNews)