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Briciole di pane

Intervista a Claudio Costamagna: «Creeremo un big delle grandi opere»

«Con Salini faremo di Impregilo un player mondiale forte. Gavio è un imprenditore capace»

Milano, 3 giugno 2012 – Ha deciso di dire di sì a Pietro Salini perché crede in questo progetto e perché crede nella possibile creazione di un grande player nazionale con prospettive mondiali. E per questo ha messo in piedi una squadra che favorirà l'eventuale realizzazione di un colosso delle grandi opere. Claudio Costamagna, ex capo dell'investment banking in Europa di Goldman Sachs, oggi presidente e fondatore della CC&soci e primo nella lista Salini per il possibile rinnovo del board di Impregilo - ovviamente se il costruttore, il prossimo 12 luglio, vincerà in assemblea la battaglia contro il gruppo Gavio - ha deciso di spiegare le ragioni che lo hanno spinto a scendere in campo al fianco di Pietro Salini.
Che cosa l'ha convinta a candidarsi alla presidenza di Impregilo nella lista Salini?
Prima non conoscevo il gruppo, sono stato contattato da loro e ho deciso di incontrare Pietro. Mi è sembrato subito una persona decisa ma soprattutto un imprenditore capace di ascoltare. Al di là del giudizio personale quello che mi ha convinto è stato il progetto. È un piano che ha molto senso perché punta alla realizzazione di un player mondiale forte. Utilizzando la storica immagine di Impregilo si può pensare di realizzare un colosso nelle grandi opere. La scala in questo settore è molto importante, la dimensione conta. In altre parole, questo è un progetto che mi piacerebbe realizzare.
A differenza del piano Gavio, quello Salini prevede la dismissione del settore concessioni. Quasi tutti i più importanti competitor internazionali, però, convivono con questa doppia anima.
Sono due business differenti e secondo me per certi aspetti anche in conflitto tra loro. Noi crediamo nel modello unico, siamo certi che il focus possa essere la chiave di volta per Impregilo. E poi non dobbiamo sempre stare a guardare quello che fanno gli altri, dobbiamo anche imparare a credere nelle nostre idee.
Qualcuno ha imputato a Salini il fatto di essersi mosso fuori dagli schemi. Lei che cosa ne pensa?
Impregilo è una società quotata, lui ha fatto un'operazione di mercato totalmente trasparente.
Crede allora che il mercato seguirà l'idea di Salini?
È quello che auspichiamo. Abbiamo detto e spiegato ciò che vogliamo fare. Andremo avanti per la nostra strada. Il nostro progetto garantisce creazione di valore e questo so per certo che al mercato piace. Intendiamo riportare Impregilo all'antico splendore.
Che cosa crede non funzioni nell'attuale gestione del general contractor?
Non intendiamo imputare colpe a nessuno, però crediamo di poter far meglio.
Che cosa la convince di più quindi del progetto Salini, oltre al fatto che punta alla crescita dimensionale del gruppo?
Secondo me uno dei problemi del nostro paese è la dominanza della cultura imprenditoriale del controllo piuttosto che dello sviluppo. Per fare sviluppo ci vogliono capitali e talenti. E per capitali non intendo il ricorso al debito, ma piuttosto pensare di rivolgersi alla Borsa. Quanto ai talenti, spesso scelgono di scappare all'estero per evitare lo scontro con la figura ingombrante dell'azionista.
Crede che nella lista presentata da Salini ci siano i talenti di cui parla?
È una lista che, col supporto professionale di Spencer Stuart, abbiamo fatto con Salini: ci sono molte figure che apportano valore aggiunto, nell'insieme è una squadra che può fare un buon lavoro seguendo gli obiettivi strategici. Pensi che alcuni dei componenti Salini non li conosce neppure, sono stati scelti solo per il loro profilo professionale.
Crede che vi basterà la quota del 29,9% per vincere la battaglia in assemblea?
Questo pacchetto è sufficiente perché se la maggioranza degli altri soci ci seguirà avremo i numeri per gestire l'azienda. In ogni caso aspettiamo il 12 luglio ma siamo molto fiduciosi.
Anche se doveste prendere il controllo del cda c'è sempre il rischio che il gruppo Gavio, considerato il pacchetto del 29,9% di cui dispone, faccia ostruzionismo...
Anche Beniamino Gavio mi sembra un imprenditore capace, ha investito molti quattrini in questa partita e non credo che voglia perderli. Così come non vuole perderli Salini.

Laura Galvagni (Il Sole 24 Ore)