Italia sotto la lente Istat, cresce l'uso dei mezzi pubblici. Complice la crisi
È il Lazio la regione che usa di più il Tpl
Roma, 4 marzo 2014 - Il rapporto Noi Italia 2014 pubblicato a metà febbraio dall’Istat fornisce una rappresentazione dettagliata dell’Italia di oggi, un quadro economico e sociale del territorio e della popolazione, di cui analizza condizioni di vita ed abitudini.
Giunto alla sesta edizione, il documento composto da “100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” disegna soprattutto il profilo del nostro Paese nel contesto europeo e con le differenze regionali che lo caratterizzano. Le diversità sono più evidenti nel settore infrastrutturale e dei trasporti.
Sull’argomento, le schede di analisi Istat si muovono dalla rete autostradale a quella ferroviaria, censiscono l’uso di autovetture ed il trasporto di merci su gomma e via mare, fino agli spostamenti quotidiani di studenti e occupati, principali utilizzatori del servizio pubblico.
In linea generale il 2013 ha visto una crescita del TPL in quasi tutte le regioni, nonostante i tagli e le difficoltà delle aziende in crisi. D’altronde, proprio alla crisi sembrerebbe da attribuire questo leggero spostamento verso i mezzi pubblici: “In tempi di crisi il mezzo pubblico conquista circa 4 punti percentuali passando dal 9,7% del 2006 al 13% del 2012, ma in realtà l’aumento delle quote percentuali del trasporto pubblico è (prevalentemente) dovuto ad una forte diminuzione, in termini assoluti, dell’uso dell’auto privata”. Auto privata che resta comunque il mezzo preferito dagli italiani.
La regione con un più alto utilizzo dei mezzi pubblici risulta essere il Lazio secondo Istat, dove nel 2013 ha utilizzato il TPL il 24% della popolazione occupata con più di 15 anni. Un incremento fortissimo rispetto al 2012, quando la soglia si fermava al 19,8%, ed è il risultato più alto dagli anni Novanta.
Seguono la provincia autonoma di Bolzano (20,6%), la Liguria (20,3%), con uno stacco netto la Lombardia (15,5%: un punto percentuale i più dell’anno precedente), e il Piemonte (15,4%: tre punti percentuali di miglioramento rispetto al 2012, nonostante i tagli). Le regioni che perdono più punti tra 2012 e 2013 sono invece Sicilia (dal 5,7 al 4,3%) e Marche (dal 7% al 5,6).
Chi usa i mezzi privati e pubblici
Gli spostamenti quotidiani hanno coinvolto nel 2013 poco più di 32 milioni e mezzo di persone, 11 milioni 300 mila tra bambini dell’asilo o della scuola dell’infanzia e studenti e oltre 21 milioni di occupati.
La maggior parte delle persone, il 70,6 per cento degli studenti e l’88,0 per cento degli occupati, utilizza un mezzo di trasporto, soprattutto l’automobile (il 39,5 per cento degli studenti e il 74,3 per cento degli occupati). Nel Nord-est tale percentuale sale al 75,9 per cento per gli studenti e al 91,3 per cento per gli occupati. Nel Mezzogiorno si registra una più elevata propensione ad andare a piedi.
Il mezzo pubblico o collettivo è utilizzato soprattutto dagli studenti (33,0 per cento), molto meno dagli occupati (11,9 per cento), per i quali comunque si nota un leggero aumento dell’uso del mezzo pubblico.
Il quadro generale delle infrastrutture
Nel suo rapporto l’ente di statistica analizza il quadro delle infrastrutture con una premessa: “Dalla dotazione di infrastrutture dipendono importanti indicatori dello sviluppo economico, tra cui quelli relativi alla produttività, ai redditi e all’occupazione. I trasporti e le infrastrutture rivestono però un ruolo chiave anche per le ripercussioni generate sull’ambiente e per la qualità della vita della popolazione”.
I dati che vengono evidenziati riguardano le autostrade e gli spostamenti in auto: nel 2011 la rete autostradale italiana si estende per 6.670 km e rappresenta poco più del 9 per cento di quella europea. L’Italia con un valore di 1,8 km per 10 mila autovetture si colloca tra i paesi dell’Unione europea a più bassa densità autostradale in rapporto alla domanda di circolazione.
Il tasso di motorizzazione è pari a 621 autovetture ogni mille abitanti, in lieve diminuzione rispetto al 2011. Nel confronto europeo l’Italia risulta di gran lunga uno dei paesi più motorizzati. In tema di sicurezza stradale, continuano a diminuire i decessi per incidente stradale: nel 2012 sono scesi a 60,1 persone ogni milione di abitanti, il 5,4 per cento in meno rispetto al 2011. Dal 2001 i casi mortali si sono pressoché dimezzati.
Per quanto riguarda il trasporto di merci su strada, nel 2012 ha sviluppato un traffico di oltre 124 miliardi di tonnellate-km (tkm), in forte calo (-13,2 per cento) rispetto al 2011. In rapporto alla popolazione, il volume di traffico italiano, pari a 20,8 milioni di tkm per diecimila abitanti, è inferiore a quello di tutti i principali partner dell’area dell’euro.
Il rapporto continua sul fronte di treni, navi e aerei. L’Italia presenta una rete ferroviaria che si sviluppa per 5,6 km ogni cento km² di superficie territoriale, con forti diseguaglianze regionali. Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige le regioni più svantaggiate. La rete ad alta velocità, che costituisce il 5,5 per cento della rete complessiva, è attiva in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Campania.
Nel 2011 siamo il primo paese europeo per trasporto di passeggeri via mare (con oltre 81,9 milioni di passeggeri) e al quinto posto per volume del traffico container (8,1 milioni di Teu).
Per quanto riguarda il traffico aereo di passeggeri, nel 2012 l’Italia registra un segno negativo rispetto all’anno precedente, pur collocandosi tra i primi paesi nell’Ue insieme a Regno Unito, Germania, Spagna e Francia, tutti con oltre 100 milioni di passeggeri.
Il rapporto Noi Italia 2014
Il vasto rapporto dell’Istat spazia dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, all’ambiente, alle tecnologie e all’innovazione.
Gli indicatori, raccolti in 19 settori per un totale di 120 schede, si possono consultare in modo interattivo sul portale dedicato attraverso strumenti di visualizzazione grafica; è possibile scaricare i dati su un foglio elettronico e sono disponibili ulteriori formati (e-book e App per smartphone), nonché la tradizionale versione cartacea.