La BEI finanzia Pmi e grandi opere
Per il 2013 la dote stimata per l'Italia è di 9 miliardi, in aumento rispetto al 2012

Roma, 25 marzo 2013 - Più fondi per le infrastrutture e le Pmi innovative. Ma anche nuove formule di condivisione del rischio e avanti tutta con i project bond. Con nuove munizioni tra 26 e 28 miliardi da qui al 2015 e cartucce da 9 miliardi pronte per quest'anno. E questo l'arsenale che la Bei, la Banca europea per gli investimenti, punta a dispiegare in Italia nel prossimo triennio. «Faremo il possibile - assicura il vicepresidente Dario Scannapieco - per fornire un forte stimolo alla crescita e all'occupazione».
Un mandato preciso assegnato nero su bianco dai capi di Stato e di governo dei Ventisette nel giugno scorso, insieme a un aumento di capitale da io miliardi che ha aumentato di 180 miliardi la potenza di fuoco per ravvivare l'economia europea nei prossimi tre anni. Un sostegno aggiuntivo alle banche in un momento di accesso al credito ancora difficile e alle grandi infrastrutture.
In Italia la Banca punta a tornare ai livelli degli anni precedenti, dopo la frenata registrata nel 2012 quando sono stati stipulati 6,8 miliardi di prestiti rispetto agli 84 miliardi del ton, in linea con gli altri Paesi Ue. «Continueremo a sostenere le Pmi italiane - spiega Scannapieco - per cercare almeno di replicare la performance del 2012 quando sono stati perfezionati nuovi prestiti per oltre 2,5 miliardi. Intendiamo anche avere una presenza sempre più capillare sul territorio, ampliando la platea dei nostri istituti partner anche a quelli di più piccole dimensioni».
Un occhio di riguardo sarà riservato ai finanziamenti alle reti di impresa, le aggregazioni leggere trai piccoli, e alle attività di Ricerca e sviluppo. «Alla fine del 2012 - afferma il vicepresidente della Bei - abbiamo siglato i primi due accordi di finanziamento alle Pmi innovative con il programma Risk sharing instrument (Rsi) e intendiamo promuovere l'utilizzo di questo strumento». Una formula frutto di un lavoro di squadra tra l'Istituto, la Commissione Ue e le banche: il Fei (Fondo europeo per gli investimenti), braccio operativo della Bei, garantisce il 50% del rischio di credito della banca sull'esposizione verso i progetti innovativi delle Pmi.
La Commissione interviene offrendo una garanzia contro le eventuali perdite iniziali, consentendo alle banche di avere più capitale libero da destinare a nuovi prestiti A fare da apripista sono stati il Banco Popolare e la Cassa di Risparmio di Cento. L'altro fronte d'intervento saranno le grandi opere. «Alla luce dei progetti che sono stati presentati - prosegue Scannapieco - nei prossimi tre anni dovrebbe crescere la quota di fmanziamenti dedicati alle infrastrutture», che nelle 2012 hanno catalizzato il 14% delle risorse complessive destinate al nostro Paese. Tra le principali opere finanziate dalla Bei figurano il Mose e la Brebemi, il collegamento autostradale tra Brescia, Bergamo e Milano. Per completare il sistema ingegneristico che proteggerà Venezia dall'acqua alta, la Bei ha staccato il mese scorso un assegno da 5oo milioni, seconda tranche di un finanziamento avviato nell'aprile 2011. Per Brebemi la Banca Ue, che curerà la regia insieme alla Cassa depositi e prestiti, fornirà risorse per 60o milioni.
Il sostegno alle infrastrutture arriverà anche con formule innovative come i project bond, individuati dal vertice Ue di giugno come uno degli ingredienti per favorire la crescita «Sono strumenti interessanti - spiega Scannapieco -, perché consentono un mix tra investimenti pubblici e privati. La fase-pilota è in corso e si concluderà a fine anno.
L'iter prosegue, ma l'operatività è legata all'approvazione delle Prospettive finanziarie della Ue per il 2014-2020. Per ora sono stati individuati una quindicina di progetti europei, di cui un paio in Italia». Sui nomi, da parte della Bei, è stretto riserbo. A fare da pioniere per il nostro Paese è Ital Gas Storage, un ex giacimento di gas dell'Eni che il gruppo Whysol Investments vuole trasformare in un impianto di stoccaggio con risorse previste per 700 milioni nei prossimi tre anni . «Ci troviamo in una fase avanzata. ll finanziamento - fanno sapere dal quartier generale di Why-sol - dovrebbe essere ultimato entro la fine dell'estate e il progetto dovrebbe partire entro l'anno». Un altro cantiere aperto che potrebbe essere finanziato con questa formula è la Tangenziale Esterna Milanese. I colloqui e le verifiche tecniche della Bei sono in corso - spiegano dalla Tem - e i projectbond sono una delle ipotesi sul tavolo.
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