L'Agenzia stradale slitta ma si farà
Infrastrutture. Probabile rinvio nel milleproroghe
Roma, 16 dicembre 2011 – Il presidente del Consiglio Mario Monti ha confermato ieri che è già in cantiere un nuovo pacchetto di misure per la crescita che certamente terrà dentro ancora il capitolo infrastrutture.
Per le misure anticipate ieri dal Sole 24Ore, sembra pressoché certa una nuova riunione del Cipe che distribuisca le risorse ancora disponibili e dia certezza finanziaria a un folto gruppo di opere "sospese", mentre per ora non ci sono conferme ufficiali di un decreto legge da varare prima del 31 dicembre. Tuttavia è stato proprio il premier a confermare che il ministro Corrado Passera sta già lavorando al nuovo pacchetto che potrebbe tenere insieme nuove liberalizzazioni nei trasporti (soprattutto locali) e nuove misure per favorire la partecipazione di capitali privati nella realizzazione delle infrastrutture.
A proposito del trasporto locale, ieri il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture, intervenendo all'audizione presso la commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, ha detto che l'obiettivo è «favorire la concentrazione in aziende più solide». Proprio come per le utilities energetiche del Nord. «È opportuno - ha detto il ministro con riferimento ai due settori - che si crei un numero minore di aziende più forti, competitive, concorrenziali e robuste». Passera non ha chiarito se questo dovrà avvenire tramite un'apertura del mercato e una nuova stagione di gare o tramite altra via.
Passera ha parlato anche della «situazione drammatica» delle infrastrutture italiane, dicendo che non si perde d'animo. Sulla Torino-Lione, conferma della fiducia a Mario Virano e obiettivo dell'apertura dei cantieri a febbraio.
Per il decreto legge probabile che si riparta da quelle misure che non erano entrate nella manovra, dal regime fiscale agevolato per i project bond alle società di progetto, dalle semplificazione per i concessionari aeroportuali al contratto di disponibilità che consente a un privato di dare in disponibilità a un'amministrazione pubblica un'opera privata sulla base di un canone.
In attesa che un decreto legge di Capodanno prenda forma, una relativa certezza è che il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti interverrà nuovamente sulla questione dell'Autorità di regolazione per i trasporti. Su due questioni, in particolare: quale sia l'Autorità in cui far confluire le competenze e chi debba esercitare le competenze per la regolazione stradale.
Su questo secondo aspetto, che implica i controlli sul rispetto degli investimenti da parte dei concessionari autostradali, è probabile che una soluzione temporanea si trovi nel decreto "milleproroghe" con un rinvio di sei mesi. In particolare, il rinvio riguarderebbe la costituzione e la messa in funzione dell'agenzia stradale che dovrebbe decollare dal 1° gennaio presso il ministero delle Infrastrutture. Passera e il suo vice Ciaccia andranno avanti comunque su questa strada, rigettando la posizione Pd che vorrebbe invece far confluire anche queste competenze tra quelle dell'Autorità di regolazione «unica». «Quello che è sicuro - ha detto ancora il ministro in audizione - è che le due anime dell'Anas, concedente e concessionaria, verranno divise». «Nella stessa entità due ruoli così diversi - ha spiegato - non può essere tollerata, comunque la divisione verrà fatta».
Per quel che riguarda la scelta dell'Autorità in cui far confluire le competenze sulla regolazione dei trasporti (ferrovie, porti, aeroporti) al momento le opzioni sono due: una è l'Autorità per l'energia che diventerebbe Autorità per le reti; l'altra è l'Autorità per i contratti pubblici. La prima potrebbe essere preferita perché già esercita poteri di regolazione (per esempio in materia tariffaria), cosa che non fa la seconda, autorità di vigilanza e non di regolazione. Viceversa a far preferire la seconda potrebbe essere una considerazione di tipo settoriale, visto che già opera nel campo della realizzazione e della gestione infrastrutturale. C'è poi la scuola di pensiero che continua a sostenere la necessità di costituire un'Autorità ad hoc per tenere conto della specificità dei settori interessati, ma questa opzione è stata per ora scartata dal Governo e dal Parlamento.