Le grandi opere nei programmi dei partiti
Il PD punta sulla messa in sicurezza di scuole e ospedali per creare lavoro, il PDL su autostrade, TAV e Ponte di Messina
Roma, 7 gennaio 2013 – Infrastrutture, si apre la sfida tra i partiti. Anche se, a guardare bene, il rilancio del settore non è proprio tra le priorità assolute. Eppure, almeno a parole, è considerato da tutti fondamentale per dare una spinta all'occupazione e al pil. Vediamo Cosa prevedono i programmi elettorali di Pd, Pdl e Lista Monti.
PD
Le cifre, quelle definitive, sono ancora da definire. Ma l'obiettivo è chiaro. Non piani faraonici, ma interventi mirati sul territorio e a tutela dell'ambiente. Pier Luigi Bersani ha parlato di un «new deal» per le infrastrutture, ovvero di una cifra tra 5,5 e 7,5 miliardi per far ripartire le piccole opere nei Comuni in tutta Italia. A cominciare dalla ristrutturazione e messa a norma di scuole e ospedali. Le risorse, secondo il segretario del Pd, si possono trovare allentando, almeno di un po', il Patto di stabilità interno. In modo da creare subito un ciclo virtuoso. Tra l'altro uno studio del Pd ha anche individuato altre fonti di finanziamento: sia attraverso la riduzione della spesa per investimenti del ministero della Difesa («meno cacciabombardieri e più scuole., è lo slogan messo a punto dallo staff di Bersani), sia attraverso l'utilizzo di fondi strutturali europei, spesso spesi male o sotto utilizzati.
È poi previsto un meccanismo di incentivazione fiscale per gli investimenti privati. «Al contributo delle risorse private a investimenti superiori a 5 milioni di euro si applicano le agevolazioni fiscali previste, a legislazione vigente, per investimenti superiori a 500 milioni di euro», è scritto nel documento. Che più in generale ricorda come «da tempo» sia «necessaria una revisione complessiva del Patto di stabilità interno»: il governo Monti l'aveva annunciata al Parlamento e aveva inserito una apposita norma programmatica nel decreto salva-Italia. Ma poi non se n'è fatto nulla. Per affrontare in modo serio la questione il prossimo governo dovrà dunque orientare la sua azione lungo due direttrici. da un parte con la Commissione europea si dovrà trattare un allentamento temporaneo e selettivo del Patto di stabilità interno per consentire spese per investimenti produttivi immediatamente cantierabili. Sul fronte interno l'ipotesi messa a punto dal Pd prevede un percorso preciso. «Per il triennio 2013-2015, nel limite di 1,5 miliardi di euro per l'anno in corso e di 3 miliardi di euro per ciascuno dei due anni successivi, le spese per investimenti produttivi di Regioni, Province e Comuni dedicate a finanziare la messa in sicurezza di scuole e ospedali, progetti di recupero ambientale, mobilità urbana, sono escluse dal calcolo del saldo o della spesa rilevante ai fini del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica. Gli investimenti finanziabili devono poter essere cantierabili in 6 mesi».
PDL
Articolato e dettagliato anche il piano infrastrutture targato Silvio Berlusconi. L'ex ministro Altero Matteoli quantifica gli interventi complessivi in circa 23 miliardi. «Vogliamo proseguire il lavoro che abbiamo già impostato - dice - completando la Salerno Reggio Calabria, l'autostrada Civitavecchia-Cecina, la Pedemontana, la Fano-Grosseto, il Terzo Valico, la Gronda di Genova». E poi, vecchio cavallo di battaglia, si punta a realizzare il Ponte sullo Stretto, finito nel dimenticatoio con il governo Monti. Non solo. Anche il Pdl punta al l'ammorbidimento del patto di Stabilità interno per trovare le risorse, agli incentivi fiscali per spingere i privati ad investire e, ovviamente, a rilanciare il mercato delle abitazioni con l'eliminazione dell'Imu sulla casa, vero macigno su tutto il settore delle costruzioni. Il punto forte del programma è insomma quello della leva fiscale. Il Pdl pensa al credito d'imposta per lo sviluppo delle infrastrutture e del project financing e ad una nuova legge obiettivo per snellire le procedure e approvare velocemente le opere considerate strategiche. Nel programma anche un nuovo piano perla mobilità urbana e la logistica. Confermato quindi l'impegno a realizzare altre linee ad alta velocità, a partire dalla Torino-Lione, e a potenziare quelle esistenti. Nel piano di Berlusconi anche il progetto «adotta una infrastruttura»: chi «finanzia un progetto, si legge nel programma del Pdl, che fa parte di un elenco stabilito dallo Stato, potrà detrarre dalle imposte il 90% del contributo e partecipare alle attività di controllo della realizzazione dello stesso».
LISTA MONTI
Nessuna cifra o impegni d'investimento precisi nell'agenda del premier sul tema delle infrastrutture. Semmai l'impegno a proseguire sul cammino già tracciato dal governo. Insomma, non c'è ancora un capitolo specifico in cui delineare il piano d'azione dei prossimi anni. Si ribadisce comunque la volontà di eliminare gli adempimenti inutili per le infrastrutture e l'edilizia, di migliorare la qualità della spesa pubblica per le grandi opere e di sfruttare al meglio i fondi strutturali dell'Europa.