Legge di stabilità, Ance: allentare i parametri europei per imprimere la marcia in più
Sforare il tetto del 3 per cento deficit/pil
Roma, 17 ottobre 2014 - La legge di stabilità 2014, approvata dal Governo due giorni fa, continua a raccogliere i pareri ed i commenti del mondo economico ed imprenditoriale.
Dopo l’annuncio di sciopero da parte dei Sindacati contro le misure della legge per il pubblico impiego - dal blocco dei contratti a quello del turn over, dal taglio degli straordinari alle misure sulla liquidazione - e dopo le critiche di Confindustria attraverso le parole del presidente Squinzi: “Passi giusti ma non sufficienti a far ritrovare la crescita, è mancato coraggio”, arrivano i commenti dei costruttori riuniti nell’Ance.
“Riconosciamo al Governo di aver invertito la politica economica di austerity che è stata perseguita finora e che è costata molto al Paese e al nostro settore, uno dei primi volani del mercato interno”, spiega Paolo Buzzetti presidente dell’Associazione, “ma gli sforzi fatti non bastano: la coperta è troppo corta”.
Secondo Buzzetti, infatti, l’impostazione della legge di stabilità seguita dal Governo riflette un cambio di passo che è stato avvertito ancora più netto col decreto del fare e il decreto casa, ma “cosa può fare di più il Ministro Saccomanni con quel vincolo del 3% del rapporto deficit/pil che blocca qualsiasi politica di sviluppo e di crescita?”.
“Naturalmente”, prosegue il presidente dei costruttori, “nessuno auspica spese folli o investimenti a pioggia, ma credo che si debba spiegare meglio all’Europa che senza un grande piano di manutenzione del territorio, senza un piano città per la riqualificazione dei nostri centri urbani, senza un piano per la messa in sicurezza delle scuole, il nostro Paese avrà forse i conti in ordine, ma sarà destinato al declino industriale e sociale”.
L’appello è dunque al Governo e a tutte le istituzioni “perché si rompano gli indugi e si affrontino con più coraggio politiche di crescita e sviluppo che l’Europa non potrà non condividere”.
La Legge di Stabilità nel dettaglio
La Legge di Stabilità prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel solo 2014, così suddivisi:
• 14,6 miliardi nel triennio per sgravi fiscali (rispettivamente 9 per le famiglie e 5,6 per le imprese); i 3,7 miliardi del 2014 sono destinati per 2,5 miliardi alle famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e per 1,2 miliardi alle imprese;
• 11,2 miliardi nel triennio per azioni sociali, progetti di investimento, impegni internazionali, di cui 6,2 in conto capitale; per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi;
• 1,5 miliardi per investimenti a livello locale e la restituzione di debiti commerciali di parte capitale.
Gli interventi per persone, famiglie e società
• Riduzione dell’Irpef per i lavoratori
• Disposizioni in favore degli esodati
• Rifinanziamento della Cassa Integrazione Guadagni
• Nuove misure contro la povertà
• 5 x 1000
• Fondo per le politiche sociali
• Fondo per la non autosufficienza
• Finanziamento del Fondo per le Università
• Potenziamento della Protezione Civile e Piano per la difesa del suolo
Gli interventi per le imprese
• Riduzione del costo del lavoro per le imprese
• Detrazione dell’Irap per i nuovi assunti
• Potenziamento dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica)
• Rivalutazione dei beni di impresa e delle partecipazioni
• Incremento del Fondo di garanzia per le PMI
• Incremento del Fondo di sviluppo e coesione
• Stop all’aumento IVA per le imprese sociali
• Rifinanziamento del Fondo per i contratti di sviluppo
• Rifinanziamento del Fondo per la crescita sostenibile
Gli investimenti
• Allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità per i Comuni
• Completamento del sistema MOSE di Venezia
• Fondi ANAS per le Infrastrutture e Salerno-Reggio Calabria
• Manutenzione straordinaria delle Ferrovie e velocizzazione del Corridoio Adriatico
• Ricostruzione dell’Aquila
• Trasporto pubblico locale
• Ecobonus e ristrutturazioni edilizie