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Briciole di pane

L'Europa rivoluziona gli appalti

La Commissione vara le proposte di modifica alle norme Ue. Nei servizi pubblici gare oltre i 5 mln

Roma, 19 gennaio 2012 – Concessioni di servizi pubblici da affidare in gara oltre i 5 milioni di euro; semplificazione degli oneri amministrativi per le procedure di appalto; pagamento diretto dei subfornitori da parte della stazione appaltante; introduzione della «procedura competitiva con negoziato», per l'appalto integrato, e dell'«innovation partnership» per beni e servizi innovativi; suddivisione in lotti degli appalti a tutela delle pmi; previsto il passaporto europeo per gli appalti pubblici.

Sono questi alcuni dei punti più rilevanti delle proposte di modifica delle direttive appalti (2004/17 e 18) e della proposta di nuova direttiva sulle concessioni di lavori e di servizi approvate in via preliminare dalla Commissione europea il 20 dicembre e che adesso dovrà essere esaminata dal Parlamento europeo.

Le corpose proposte, che al momento non toccano il livello delle soglie di applicazione della normativa comunitaria, mirano innanzitutto a favorire una maggiore integrazione nel mercato interno prevedendo, per esempio, un ampio ricorso all'autocertificazione e richiedendo i certificati originali solo all'aggiudicatario e non a tutti i soggetti che partecipano al bando. Viene inoltre introdotto il divieto di richiedere un certificato già prodotto alla stessa amministrazione e ancora valido, se presentato nei quattro anni precedenti. Previsto anche il passaporto europeo per gli appalti pubblici rilasciato dalle stazioni appaltanti, che prova il rispetto delle condizioni di partecipazione in esso previste e non può essere contestato senza giustificazione.

Per i requisiti di partecipazione (che possono essere solo tre: abilitazione professionale, capacità economica e capacità tecnica) nei servizi si prevede che il fatturato minimo annuo non debba essere richiesto in misura maggiore del triplo del valore stimato dell'appalto.

Dal punto di vista delle procedure viene introdotta, per gli appalti di progettazione e costruzione, la procedura competitiva con negoziato, prevedendone l'articolazione in diverse fasi per ridurre progressivamente le offerte. Viene introdotta la cosiddetta «innovation partnership», vale a dire una procedura speciale per lo sviluppo e l'acquisto successivo di prodotti e servizi innovativi in relazione alla quale i concorrenti sono tenuti a costruire un partenariato ad hoc per lo sviluppo di un prodotto o servizio innovativo. Per quel che riguarda il cosiddetto e-procurement, si confermano gli strumenti attuali (accordi quadro, dei sistemi dinamici di acquisizione, delle aste elettroniche), ma se ne rende l'impiego più facile e snello; un particolare riguardo viene riservato alla promozione di un uso migliore degli appalti pubblici dal punto di vista della protezione dell'ambiente, dell'efficienza energetica, della lotta ai cambiamenti climatici, dell'innovazione, prendendo in considerazione il costo ambientale di tutto il ciclo di vita di un prodotto come criterio di aggiudicazione.

Possibile il pagamento diretto dei subfornitori da parte delle stazioni appaltanti e ammessa la suddivisione in lotti anche non omogenei.

La novità maggiore, però, è disciplinata dalla previsione di una direttiva ad hoc per il settore delle concessioni di lavori e di servizi (obiettivo raggiunto dopo vent'anni di discussioni in sede europea). L'elemento fondamentale di maggiore novità è costituito dall'estensione alle concessioni di servizi della maggior parte delle norme oggi previste per l'affidamento delle concessioni di lavori pubblici (di cui alle direttive 2004/17 e 18), nonché dall'applicazione di queste norme all'ambito dei servizi di pubblico interesse (acqua, energia, trasporti e servizi postali), con conseguente obbligo di gara e di pubblicazione dei bandi di affidamento dei contratti di concessione in caso di valore superiore ai cinque milioni di euro.

Andrea Mascolini (fonte: Italia Oggi)