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Liberalizzazioni, Passera: su eventuale scorporo RFI l'Autorità Trasporti farà sua proposta al governo

Pausa di riflessione sulla separazione proprietaria della rete ferroviaria dalla holding FS

Roma, 17 gennaio 2012 - Sull’eventuale scorporo della rete ferroviaria Rfi dalle Ferrovie dello Stato a decidere sarà l'Autorità dei Trasporti. Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture,  Corrado Passera, nel corso dell’audizione che si è tenuta ieri al Senato . Il ministro parlando del nuovo organismo di vigilanza, che dovrebbe nascere nei prossimi giorni dalla pancia dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, servizi e forniture,  ha  aggiunto: "L'Autorità dei Trasporti che abbiamo istituito avrà tra i suoi compiti quello di decidere se è necessario un livello ancora maggiore e farà una proposta  al governo sulla separazione proprietaria tra rete e servizi  ferroviari". Passera ha poi ricordato che la separazione può essere “contabile, manageriale, societaria e proprietaria” e che “noi siamo già arrivati al terzo livello”. Sui fondi per il rilancio delle infrastrutture, sempre nel corso dell’audizione, il ministro ha dichiarato: ''Già nel corso di questo mese contiamo di aumentare la quantità dei fondi da sbloccare''.

La questione autostradale invece continua a sollevare dubbi e perplessità. Il Ministro Passera sembra orientato a far rientrare nel decreto legge sulle liberalizzazioni l’ipotesi di una doppia vigilanza: l’osservanza delle convenzioni all’Agenzia ministeriale e la regolazione tariffaria all’Autorità. L’Agenzia avrebbe quindi i poteri del concedente e verificherebbe il rispetto dei patti sottoscritti dai concessionari con lo Stato in termini di investimenti e di parametri di servizio. La seconda invece agirebbe come un arbitro indipendente per dettare le regole sui prezzi al casello.  Proposta che però non convince gli operatori del settore. Le concessionarie autostradali infatti sostengono  che una duplicazione delle funzioni di controllo non favorirebbe la concorrenza ma comporterebbe solo ad un aumento dei costi da parte dello Stato. Il sistema inoltre, già non facilmente leggibile per gli investitori esteri, diventerebbe in questo modo ancora più caotico.

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