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Briciole di pane

Logistica e portualità nello "Sblocca Italia"

Gli operatori auspicano che alla pianificazione segua la concretezza

Roma, 23 settembre 2014 - Per la logistica, il decisore politico ha pensato a un altro “Piano”. Se è lecito giocare con le terminologie musicali, però, ci sarebbe bisogno non di un “piano” ma di un “andante con brio”. O, forse, di un “prestissimo”.
Il “Piano strategico nazionale della portualità e della logistica” previsto dall’art. 29 comma 1 del Decreto “Sblocca Italia” (D.L. 12 settembre 2014, n. 133) è, in effetti, l’ultimo di una lunga serie. Non possiamo non menzionare: il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2001, che già individuava nell’intermodalità, e nella fluidità della supply chain, i fattori fondamentali di ottimizzazione del sistema; il Piano della Logistica del 2006, che mirava ad assicurare un’effettiva armonizzazione tra l’offerta infrastrutturale e la domanda di trasporto, anche mediante l’individuazione di macro-aree di interesse logistico (Piattaforme); il Piano Nazionale della Logistica del 2012, redatto dalla Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica dopo svariati confronti “sul campo”, e consistente in un canovaccio di 10 linee strategiche e 51 azioni alcune delle quali “a costo zero”, perché relative a norme e regole.

 


Il Piano ora previsto dallo “Sblocca Italia”, al netto di sorprese sempre possibili in sede di conversione in legge, e tenuto conto delle connessioni con la tormentata riforma delle Autorità portuali, dovrebbe essere adottato nel giro di pochi mesi (90 giorni). La speranza, è che sappia mantenere il taglio pragmatico e bottom-up che contraddistingueva il suo predecessore del 2012: preferendo, alle ambiziose rivisitazioni di sistema, gli interventi mirati a superare specifiche strozzature o criticità.
Un’indicazione incoraggiante sembra rinvenibile nel comma 2 dell’art. 29 in discorso: a comporre il Piano strategico dovrebbero concorrere pure “interventi correlati a progetti in corso di realizzazione o da intraprendere, corredati dai relativi cronoprogrammi e piani finanziari”, presentati dalle Autorità portuali e selezionati, nel giro di poche settimane, dalla Presidenza del Consiglio, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Come molte volte detto su queste colonne, in tema di mobilità e logistica la “cantierabilità” degli interventi deve sempre accompagnarsi alla loro rispondenza alle effettive esigenze degli operatori.
 

Carlo Sgandurra

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