Manovra: concessionarie punite, un errore
Autostrade. Il tetto del 2% all'ammortamento fiscale delle opere
Roma, 2 luglio 2011 - Confindustria, Ance (imprese edili), Agi (grandi imprese di costruzioni) e Aiscat (concessionari autostradali) contestano molto duramente la norma della manovra che prevede un tetto del 2% all'ammortamento fiscale dei beni in concessione perché costituirebbe «un serio disincentivo agli investimenti». Le associazioni chiedono tutte insieme che la norma sia ritirata «anche per i suoi profili di incostituzionalità riguardo al principio di capacità contributiva». Gli ammortamenti costituiscono la principale voce dei costi operativi delle concessionarie autostradali e questo sarebbe a maggior ragione vero in caso di nuove concessioni. Il risultato della norma, che si esplica con una modifica degli articoli 102,103 e 104 del testo unico sulle imposte sui redditi, sarebbe quello di rendere indeducibile una percentuale molto elevata di quei costi durante il periodo di concessione. «Effetti negativi - afferma il comunicato - si avrebbero anche per le concessioni future, che risulterebbero praticabili a condizioni poco coerenti con la concorrenza e l'efficienza delle gestioni». La preoccupazione di tutte le imprese riguarda soprattutto l'accelerazione dei cantieri e la possibilità di coinvolgere investitori privati nella realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. «Mentre si parla di rilancio degli investimenti - dice il comunicato - la disposizione inserita in manovra si prefigura, invece, come una tassa addizionale sugli investimenti in un settore trainante per la ripresa economica del nostro Paese. Ciò - continua la nota - costituisce un forte disincentivo per il capitale privato a partecipare alla realizzazione delle infrastrutture, in un momento di evidente difficoltà della finanza pubblica». In ballo c'è, ancora una volta, «la certezza del quadro regolatorio» che una modifica di questa portata metterebbe pesantemente in discussione. Quella certezza del diritto che costituisce «condizione essenziale per il reperimento da parte delle aziende delle risorse di mercato necessarie per finanziare gli investimenti, in una fase di forte tensione sui mercati finanziari internazionali».