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Briciole di pane

Mercato dell'auto in crescita in Europa, ma non in Italia

Immatricolazioni ancora in calo nella Penisola, male anche Fiat

Roma, 20 maggio 2013 – Torna a crescere, dopo 18 mesi di calvario, il mercato dell'auto in Europa. Ma in Italia le immatricolazioni sono ancora in calo rispetto all'anno precedente. Nell'Ue a 27 più i Paesi Efta si registra, ad aprile, una crescita dell'1,8 % con 1.081.307 auto, secondo i dati diffusi dall'Acea. Ma purtroppo non esce dalla palude il mercato italiano e non cresce neppure la Fiat, la maggiore casa automobilistica italiana. La flessione del nostro mercato è del 10,9 %, con una perdita di 116.209 unità. In un mercato europeo in cui si intravedono i primi segni di risveglio da un torpore durato un anno e mezzo, ad aprile la quota del Lingotto scende del 9,8 % rispetto al 2012. Il Gruppo di Torino ''continua ad essere pesantemente penalizzato dal risultato negativo del mercato italiano'' - fa sapere una nota del Lingotto. Anche se la performance rispetto al marzo scorso è positiva: con oltre 68 mila immatricolazioni ad aprile 2013 la quota di mercato della Fiat è del 6,3 %, in lieve crescita rispetto al marzo che era stata del 6. Bene la Fiat nel mese di aprile nel Regno Unito dove le vendite aumentano del 10,3 % e in Spagna dove crescono del 11,5 % e la quota aumenta di 0,1 punti percentuali, attestandosi al 3,8 %. Importanti risultati in Spagna con un incremento di oltre il 30 %, Regno Unito oltre il 20 e Francia 14,5 %, dove è cresciuta anche la quota di mercato. Nel primo quadrimestre di quest'anno la Fiat ha immatricolato più di 206 mila veicoli, ottenendo una quota di mercato pari al 4,9 %, 0,2 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2012.
Crescita significativa della nuova Panda, con un incremento del 63,9 %, che, tradotto in numero di esemplari, significa 13 mila nuove Panda in più rispetto all'anno scorso. Le vendite delle utilitarie vanno bene per Fiat anche per quella riuscita operazione vintage rappresentata da 500: la mitica city car degli anni del boom economico, rivisitata in chiave moderna, infatti registra una crescita del 19,5, con quasi 15 mila vetture in più. In crescita anche la nuova Ypsilon, con vendite in crescita del 17,7 %. Numeri più esigui per gli atri marchi Fiat, come Lancia/Chrysler che in aprile immatricola 7.600 vetture, per una quota dello 0,7%, 0,1 punti percentuali in più rispetto a marzo 2013. Le immatricolazione per Alfa Romeo invece sono state quasi 5.900, per una quota di mercato dello 0,5%. Il marchio Jeep immatricola oltre 1.700 vetture per una quota stabile allo 0,2%. Infine i marchi di lusso e sportivi Ferrari e Maserati hanno immatricolato complessivamente 485 vetture.
Da segnalare il cauto commento sulla crescita del mercato europeo dell'auto espresso dal presidente Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) Roberto Vavassori: ''Ad aprile il mercato mostra finalmente un segno positivo, il primo da settembre 2011, ma bisogna tuttavia riconoscere che si tratta di un piccolo incremento, appena 20.000 unità recuperate, in buona parte dovuto agli effetti di calendario'', due giorni in più rispetto al 2012. Discorso a parte per l'Italia, dove il tenore delle osservazioni del presidente Vavassori diventano sferzanti: ''L'Italia si distingue nuovamente per la peggiore performance nel mese, con il ventesimo calo consecutivo'', spiega Vavassori. ''Del resto, secondo i dati Istat nel primo trimestre 2013 il nostro Pil è diminuito del 2,3% a livello tendenziale e la variazione acquisita per il 2013 si attesta a -1,5%. Anfia e la filiera che rappresenta ribadiscono che non servono aiuti governativi, ma l'avvio di un piano di politica industriale di cui da troppo tempo il Paese difetta e che è causa di molti dei suoi mali'', sottolinea Vavassori. ''Concentrarsi sull'aumento dell'occupazione direttamente o indirettamente legata al settore e sul sostegno alle esportazioni, che garantiscono la sopravvivenza della filiera stessa, sono le prime mosse da seguire per recuperare competitività. Per dare rapidamente ossigeno al mercato auto, inoltre, conclude Vavassori, è da rivedere la riduzione della deducibilità del costo delle vetture aziendali introdotta nel 2012''.
 

Christian D'Acunti