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Briciole di pane

Mercato delle costruzioni: -250mila occupati, -20% di produzione, +300% di utilizzo ammortizzatori sociali

Le stime sull'andamento e sulle prospettive per il 2010 prevedono un peggioramenti rispetto a quanto previsto alla fine del 2009

Roma, 10 noevembre 2010 - L'industria delle costruzioni tornerà in piazza per sollecitare il governo e le forze politiche ad agire con decisione per il rilancio del comparto. Ad un anno e mezzo dalla prima manifestazione degli Stati Generali delle Costruzioni, tutte le sigle delle organizzazioni sindacali e delle associazioni delle imprese artigiane, delle cooperative e la filiera delle costruzioni, si incontreranno mercoledì 1 dicembre in piazza a Montecitorio per denunciare la crisi, ma anche per proporre un modello di sviluppo basato sulla qualità e la legalità dell’impresa e del lavoro.

Con un comunicato i promotori dell’iniziativa - Filca Cisl - fanno sapere che il settore è piegato da una crisi senza precedenti: oltre 250.000 posti di lavoro persi, oltre 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione, circa 70 mld in meno di valore complessivo delle produzioni. Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti della pa, con punte di ritardo anche di 24 mesi, emerge un quadro di assoluta gravità.

Gli Stati Generali delle Costruzioni lanciano dunque un grido d’allarme e propongono i punti prioritari per uscire da questa grave congiuntura. “Nel dettaglio per rilanciare il settore - spiega la nota – è necessario che si sblocchino i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità; che si sblocchino le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali; che si avvii la semplificazione amministrativa, rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità; che si effettui una riforma del fisco che elimini le distorsioni fiscali esistenti nel settore; che avvenga il rilancio degli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell’immobiliare; che si mettano in campo di strumenti di lotta all’illegalità; che si estendano all’edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria”. La Manifestazione vedrà la partecipazione di tutte le Associazioni imprenditoriali e delle Organizzazioni Sindacali del settore edile ad eccezione dell’Aniem.

A confermare il grave stato del settore è stato ieri il Cresme, che a Verona al Construction day , ha presentato il 18° rapporto congiunturale e revisionale delle costruzioni del Cresme. “Il 2009 - ha spiegato il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini - è stato per il mercato delle costruzioni l’anno peggiore dal secondo dopoguerra e l'anno in corso chiuderà con un altro sensibile calo, che determinerà per il quadriennio 2007 - 2010 una perdita complessiva intorno al 20%”.

“Oggi – ha poi continuato Bellicini - siamo di fronte ad una crisi innanzitutto più lunga e soprattutto dagli effetti ben più rilevanti, rispetto al passato, con un'erosione di circa un quinto del mercato. Due sono i dati più rilevanti in termini di analisi delle stime sull'andamento e sulle prospettive del settore: il peggioramento della stima relativa al 2010, rispetto a quanto previsto alla fine del 2009, passata da - 2,8% a - 5,9%, e la contrazione della crescita preventivata nel 2011 dall'1,6% allo 0,9%”. Secondo il rapporto, peggiorano i dati delle nuove costruzioni; residenziali e non residenziali, mentre migliora e torna positiva la stima degli investimenti in riqualificazione, ma in misura assai più contenuta rispetto alla perdita del nuovo.

II risultato è che nel 2010 il mercato delle costruzioni registrerà un ulteriore calo intorno al 6%, mentre nel 2011, auspicando che il Piano Casa 2 e l'ampliamento del patrimonio esistente inizino a produrre i primi effetti sul mercato residenziale, ripartirà un nuovo ciclo edilizio con una crescita comunque inferiore all'1%”, afferma Bellicini. “In caso contrario, anche il 2011 avrà un andamento in perdita e l'avvio del nuovo ciclo verrà rimandato al 2012. Ciò anche come conseguenza del trend ancora negativo del mercato pubblico dovuto allo slittamento dei programmi delle grandi opere e alla contrazione della spesa degli enti locali. Più dinamica del previsto dovrebbe invece essere nel 2011 la domanda di riqualificazione residenziale, che dovrebbe caratterizzare il prossimo ciclo edilizio”.

  18° rapporto congiunturale e revisionale delle costruzioni del Cresme

  Comunicato Filca Cisl