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Briciole di pane

Motori, CSP: mercato dell'auto supera punto più critico

Alla tavola rotonda organizzata dal Centro Studi Promotor si è discusso della flessione delle immatricolazioni di auto e delle prospettive di ripresa del settore a lungo e medio termine

Roma, 9 ottobre 2013 - Quasi dimezzato il mercato delle auto dal 2007 ad oggi. Stando ai dati divulgati nel corso della tavola rotonda, organizzata dal Centro Studi Promotor ieri nella sede di rappresentanza della Banca Popolare di Roma, le vendite di auto registrano un meno 47,5% rispetto al 2007. Ma il titolo della tavola rotonda, "Il Mercato dell'Auto oltre la metà del guado", porta inequivocabilmente il segno dell’ottimismo.

"L'attesa di un segnale in controtendenza - ha detto il presidente del CSP Gian Primo Quagliano - rispetto all'andamento del mercato dell'aprile 2010 in poi, è maturata innanzitutto perché nel 2013 il tasso di caduta della domanda è apparso in rapida frenata, tanto che in luglio il calo sullo stesso mese è stato così basso (-1,92%) da rendere plausibile l'ipotesi di un primo dato positivo già in agosto. Anche la propensione all'acquisto di un'autovettura determinata dall'Istat nel quadro delle sue inchieste sulla fiducia dei consumatori ha fatto registrare un sensibile incremento tra il secondo e il terzo trimestre 2013. Segnali di recupero delle intenzioni all'acquisto di auto sono venuti anche dalle rilevazioni dell'Osservatorio Findomestic e pure dalle inchieste sui concessionari è venuta qualche indicazione, se non positiva, quantomeno di attenuazione della negatività". Infine, secondo Quagliano "nel 2013 con ogni probabilità il mercato dell'auto dovrebbe chiudere il suo bilancio consuntivo con 1.310.000 immatricolazioni con un calo del 6,6% sul 2012".

Quanti in agosto speravano in una inversione di tendenza, si soni dovuti ricredere: a luglio (contrazione delle vendite di auto appena l’1,92%, rispetto allo stesso mese del 2012), infatti, c’erano fondate speranze di un ritorono al segno più per le immatricolazioni. Ma così non è stato e si è ritornati mestamente a un meno 6,56%, rispetto ad agosto dell’anno precedente. Per il mondo dell’auto l’aspettativa è dunque tutta concentrata nel mese di settembre, anche se la crescita delle vendite è legata alla ripartenza dell’economia.

Perché – ha concluso Quagliano - "la crisi dell'auto non è strutturale, ma congiunturale, in Italia c’è ancora domanda di automobile, girano circa 35 milioni di macchine, a gennaio 2013 il numero delle patenti B attive continua ad aumentare e ha toccato quota 34.306.105, con un incremento sul 2007 del 9'8%. Strutturale è la crisi dell'economia. C'è un eccesso di concentrazione delle ricchezze, soprattutto nella finanza. Bisogna ridare ai consumatori le risorse per continuare a consumare, rimettere i soldi nelle buste paga e aiutare i settori particolarmente penalizzati, come quello dell'automobile, colpita da una tassazione da rapina. Bisogna tornare alla normalità”. Si è parlato con gli addetti ai lavori dei dati negativi del mercato delle auto e soprattutto sono state prospettate diverse soluzioni per risollevare l’intero settore nel medio e lungo periodo.

"La nostra stima per il 2013 - ha detto Santo Ficili, responsabile mercato Italia Fiat Automobiles – è di 1 milione e 300 mila auto vendute. Per il futuro non lo so, non ho la sfera di cristallo, vogliamo stare nel mercato nel modo migliore. Probabilmente abbiamo toccato il fondo, per il futuro dobbiamo essere ottimisti. Il livello competitivo è molto cresciuto, il beneficiario deve essere il cliente. Trovare nuove soluzioni e innovare è la strada giusta. Noi è da 15 anni che investiamo sul metano, con il gpl siamo già al 50% del totale delle vendite. Ma non tutto il territorio dispone di metano. Bisogna migliorare questa situazione”.

"Un grande problema - ha detto Massimo Nordio, direttore generale e ad di Volkswagen Italia – è che la macchina è sempre più costosa da utilizzare e si fanno sempre meno chilometri con l'automobile. Nello stesso tempo nel nostro paese c'è un grande parco circolante, bisogna puntare sul ricambio delle macchine che già ci sono. La crisi economica e gli oneri di utilizzo hanno cambiato il rapporto fra gli italiani, dico anche fra i giovani, e la macchina. I costruttori lo devono capire, devono trovare nuovi prodotti e nuove condizioni d'acquisto. Per il 2014 escluderei comunque un ulteriore calo, ma sarei molto cauto anche su una possibile ripresa. Ognuno deve fare la sua parte. I costruttori devono fare automobili, chi ci amministra deve essere consapevole dell'impatto che la crisi ha sul settore e aiutarlo". Dello stesso tenore le parole di Domenico Chianese, presidente e ad di Ford Italia: “oggi l'auto è un lusso per la famiglia italiana, dobbiamo capire cosa fare per sostenerla. Una cosa su tutte deve fare la politica: incentivare l'acquisto delle auto per le famiglie".

Bernard Chretien, direttore generale di Renault Italia, pensa invece che la crisi sia un fattore stimolante per le case automobilistiche: "la crisi - ha osservato – è anche una fortuna. Ci permette di riorganizzarci, per essere più efficienti e migliorare il servizio. È quello che stiamo facendo. L'auto continua a essere un prodotto necessario e ambito. Bisogna adeguarla ai tempi e oggi tutte le case hanno nuove proposte, motori ibridi, elettrici, termici. Le auto più vecchie consumano e inquinano di più, bisogna acquistare macchine più moderne e bisogna anche affrontare meglio il ruolo delle macchine nelle città. Gestire meglio gli spostamenti".

"Investiamo miliardi di euro in innovazione - sostiene Roland Schell - Direttore Generale Mercedes-Benz Italia - ma è arrivato il momento di farci ascoltare dal governo. Il lusso crea la ricchezza di un paese e crea lavoro. La sfida è trovare le soluzioni giuste. Si può uscire dalla crisi attraverso l'innovazione dei prodotti e dei servizi, ma anche la politica deve fare la sua parte". "Uno dei passi più importanti - ha detto Thanai Bernardini, Communication and Institutional Relations Director della Brembo - è l'innovazione. Investiamo il 5% del nostro fatturato su questo e il 10% della forza lavoro. Oggi l'innovazione non è dirompente, ma rimane un percorso senza fine. Guardiamo non la domani ma al dopo-domani".

Gian Primo Quagliano punta il dito contro la cattiva informazione che circola sull’auto. "Prendendo a pretesto la crisi - ha affermato il presidente del CSP - contro l'automobile viene condotta una campagna di opinione fortemente penalizzante dettata da una malintesa sensibilità ambientale all'insegna del politicamente corretto e costruita non di rado su dati falsi o su interpretazioni di comodo o parziali di dati veri".

Christian D'Acunti

  CSP Dati e Analisi Ottobre 2013