Napolitano: "Ridurre divario tra Nord e Sud". La ricetta Svimez: infrastrutture, rinnovabili e geotermia
Presentato il Rapporto Svimez 2011 sull'economia del Mezzogiorno
Per rilanciare il Mezzogiorno e il Paese è più che mai urgente - rileva il Rapporto Svimez - la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporti, per colmare i deficit infrastrutturali dello sviluppo logistico, potenziando i nodi di scambio e intermodali, e le iniziative di sviluppo produttivo collegate, per sfruttare le potenzialità del Mezzogiorno nel Mediterraneo. La Svimez stima un costo di 60,7 miliardi di euro, di cui 18 miliardi già disponibili e 42,3 da reperire, da dedicare al potenziamento dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria e della Statale "Jonica"; la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia; l'estensione dell'Alta Capacità (se non dell'Alta Velocità) nel tratto ferroviario Salerno-ReggioCalabria-Palermo-Catania; il nuovo asse ferroviario Napoli-Bari; il Ponte sullo Stretto di Messina.
Anche gli investimenti nell'energia rinnovabile sono importanti. Nel 2009 la produzione lorda di energia elettrica da fonti rinnovabili (idraulica, eolica, solare, geotermica, rifiuti, biomasse e biogas) è stata di oltre 69mila GWh pari al 23,7% del totale di elettricità prodotta nel nostro Paese. Di questa quota, oltre il 77% proviene dal Centro-Nord. Guardando invece a eolico, solare, biomasse e biogas, il peso della produzione delle regioni del Sud arriva al 64% del totale. Soltanto l'energia eolica, infatti, viene prodotta per il 98% nel Mezzogiorno (26% in Puglia, 22% in Sicilia, 18% in Campania). A livello di impianti, dei 74.282 presenti in Italia alla fine del 2009, ben 71.288 (il 96%) sono fotovoltaici. Tra le regioni meridionali, mantiene il primato la Puglia che detiene il 28% del totale meridionale, seguita dalla Sardegna (22%) e Sicilia (20%).
Un'altra "strada da battere" per il rilancio del Sud - rileva la Svimez - è lo sviluppo della geotermia, utilizzata attualmente in Italia solo in Toscana, con 32 impianti. Le aree italiane con la maggiore ricchezza geotermica si trovano proprio nel Mezzogiorno, lungo il Tirreno meridionale, in Campania, Sicilia, in un'enorme area off shore che va dalle coste campane alle Isole Eolie e, in misura minore, in Sardegna e in Puglia. L'energia geotermica presenta il più alto potenziale di sviluppo (pari a livello mondiale a circa tre volte più del solare e dieci volte più dell'eolico) e può offrire, diversamente dalle altre fonti rinnovabili, una produzione continua e costante e una elevata versatilità di dimensione di impianto.
Intanto la Svimez, nel suo rapporto annuale, ha calcolato l'effetto cumulato delle manovre 2010 e 2011 sul Mezzogiorno, che dovrebbe pesare in termini di quota sul Pil 6,4 punti al Sud (di cui 1,1 punti nel 2011, ben 3,2 punti nel 2012, 2,1 nel 2013) e 4,8 punti nel Nord (1 nel 2011, 2,4 nel 2102, 1,4 nel 2013). Secondo la Svimez, inoltre, sul fronte della riduzione delle spese il contributo delle regioni meridionali al risanamento finanziario arriverebbe al 35% del totale nazionale, una quota superiore di 12 punti percentuali al suo peso economico a causa dei tagli agli enti locali e della contrazione degli investimenti pubblici nazionali e regionali.
Per quanto riguarda gli incrementi delle entrate, il 76% si realizzerebbe al Centro-Nord e il 24% al Sud, ricalcando così il peso delle diverse aree in termini di produzione della ricchezza. "L'impatto della drastica strategia di rientro dal debito si prospetta nei prossimi anni con un duplice differenziato carattere squilibrante - è il commento dell'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno - Si va ad incidere in modo drastico sulle risorse necessarie all'erogazione di servizi essenziali come la sanità, l'assistenza sociale, il trasporto pubblico locale e si rischia di deprimere la spesa in conto capitale sia ordinaria sia aggiuntiva nazionale e comunitaria. Il taglio delle risorse per infrastrutture si ripercuote sulla qualità dei servizi e sui redditi delle imprese e dei lavoratori del settore delle costruzioni, uno dei settori trainanti dell'economia".
Alla Svimez ha replicato a stretto giro di posta il ministro dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto: "Più che attivare il solito dibattito sulla quantità delle risorse bisogna spostare l'attenzione sulla qualità della spesa. Le risorse Fas e i fondi europei rischiano di non essere spesi".