Nei lavori pubblici un meccanismo di corruzione sistemica
Affermazione di Raffaele Cantone (Anac), che ha aggiunto come il nuovo codice degli appalti sia lo strumento migliore per affrontare la situazione

Torino, 28 ottobre 2016 - Le indagini di questi giorni dimostrano come nel sistema dei lavori pubblici vige un meccanismo di corruzione sistemica e fortemente innervata, a volte anche favorita da alcune norme. Ha parlato chiaro e diretto Raffaele Cantone, Presidente dell'Anac (l’Autorità anticorruzione), commentando gli ultimi fatti collegati ad una serie di appalti pubblici nella Penisola. Cantone ha parlato a Torino nel corso di un incontro promosso dall'Università degli Studi.
Il Presidente di Anac, tuttavia, ha indicato la nuova legge sugli appalti come lo strumenti migliore e più idonei per controbattere al malaffare.Il nuovo codice degli appalti, ha infatti spiegato Cantone, “è uno strumento innovativo utilissimo”, anche se “con qualche difetto che dovrà essere corretto, ma la cui filosofia di fondo va nella giusta direzione”.
Riferendosi alla figura del general contractor, Cantone ha osservato che “forse questo codice avrebbe dovuto avere più coraggio e mandarla definitivamente in soffitta, ma l'ha ridimensionata e sono sicuro – ha aggiunto - che la prassi farà il salto ulteriore e questa figura sarà sempre meno applicata nella pratica”.
Ma Cantone ha attirato l’attenzione sulla filosofia di fondo del provvedimento “che chiede anche al pubblico, come fa al privato, di dimostrare di essere in grado di fare le gare: questa è la rivoluzione – ha spiegato - puoi operare se dimostri di saperlo fare.
Non si può pensare a un cambiamento del sistema degli appalti senza una responsabilizzazione della pubblica amministrazione”.
Chiara la sintesi dello stesso nuovo codice per Cantone: “E’ un codice che non nasce per far spendere i soldi ma per far fare i lavori pubblici