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Briciole di pane

Nubi sulla Torino-Lione: ritardi su progetto e trattato

Masera (Cig): "Ci daranno qualche settimana in più prima di tagliare i fondi"

Roma, 10 gennaio 2011 – Per il 2011 per la Torino-Lione potrebbe essere l'anno della svolta. Quello in cui si capirà se il lavoro di concertazione svolto dall'Osservatorio tecnico di Mario Virano è riuscito a cambiare il modo in cui la Valsusa guarda all'opera e quello in cui sarà chiaro se i Governi italiano e francese sono davvero pronti, anche alla luce della grave crisi economica, a impegnarsi per l'avvio di un'infrastruttura che, dopo anni di rinvii e tentennamenti, oggi Costa da progetto preliminare oltre 21 miliardi.

Intanto, però, il 2010 è terminato senza l'annunciata firma, fra Italia e Francia, dell'accordo internazionale che serve a ridefinire la ripartizione dei costi sulla tratta comune e a individuare il nuovo promotore, che prenderà il posto, in fase di appalto lavori, di Ltf, società incaricata della sola progettazione. E a Roma, non è stato mai convocato l'annunciato Tavolo politico, fondamentale per permettere, sulla tratta italiana, la sostituzione del vecchio progetto di linea con quello nuovo redatto da Rfi.

La Commissione europea, a fine ottobre, nel valutare lo stato di avanzamento dei progetti Ten-T era stata chiara: i fondi ricevuti o si usano o si perdono.

Per dare un segnale alla Torino-Lione, Bruxelles ha anche tagliato 9,8 dei 671,8 milioni già concessi all'infrastruttura sul periodo 2007-2013, vincolando una nuova, eventuale sforbiciata alla mancata firma del trattato entro la fine del 2010 e al ritardato avvio dei lavori per il tunnel esplorativo della Maddalena, previsti per inizio 2011. Ma Italia e Francia hanno ancora bisogno di tempo. I negoziati per la suddivisione dei costi sono tutt'altro che chiusi e sul progetto del cunicolo di Chiomonte, Ltf sta ancora fornendo elementi di risposta alle prescrizioni presentate dalla Commissione Via-Vas. Per questo l'ultima riunione della Conferenza intergovemativa (Cig), che si è svolta in videoconferenza fra Roma e Parigi lo scorso 22 dicembre, è stata tutta incentrata nel trovare soluzioni per andare avanti e per chiedere un nuovo rinvio a Bruxelles.

«In realtà - spiega Rainer Masera, presidente della Cig - in questa fine d'anno sono stati compiuti importanti passi in avanti. Con la legge di stabilità approvata dal Parlamento, l'Italia ha dato copertura giuridica e finanziaria all'impegno assunto dall'ex ministro Di Pietro nel 2007, che prevedeva la disponibilità dell'Italia a farsi carico degli extracosti, derivanti dalla revisione in territorio italiano del tracciato della Torino-Lione per la parte comune (commi 62 e 63 dell'articolo 1, legge 220/2010). L'impegno varrà fino alla definizione e alla firma del nuovo accordo fra il Governo italiano e quello francese. Ma intanto questo impegno è servito a far sì che la Cig potesse prendere atto del finanziamento dei lavori del tunnel della Maddalena, il cui progetto definitivo è stato approvato dal Cipe ed è in attesa di registrazione da parte della Corte dei conti». Per quanto riguarda la ripartizione dei finanziamenti della parte comune (10,2 miliardi), che attualmente al netto dei contributi Ue (e dell'impegno di Di Pietro) pesano al 63% sull'Italia e al 37% sulla Francia, l'Italia ha avanzato due ipotesi in sede di riunione Cipe: la prima è quella di suddividere la spesa al 50%, fermo restando la copertura degli extracosti da parte del nostro Paese, la seconda è quella di rivedere la lunghezza del tracciato della parte comune, in modo da ricomprendere l'intero attraversamento della catena alpina con ampliamento della parte in territorio francese, e arrivare comunque a una suddivisione al 50 per cento.

«Il Cipe - spiega Crescenzo Rajola, segretario generale della Cig - ha fatto proprie, a livello politico, alcune ipotesi sulla ripartizione dei costi fra Italia e Francia. La Cig, nell'ultima riunione, ha poi stabilito che il negoziato sarà portato avanti prendendo in considerazione non solo il costo totale dell'opera, ma anche l'articolazione temporale della spesa, tenendo conto delle difficoltà economiche dei Paesi europei e della modifica normativa, intervenuta nel frattempo nella legislazione italiana, che consente per le reti Ten il finanziamento delle opere per lotti». «Sarà dunque necessaria qualche settimana — prosegue Crescenzo Rajola, segretario della Cig — per consentire al promotore Ltf di svolgere tutti gli approfondimenti tecnici necessari alla formulazione di ipotesi che permettano la realizzazione per fasi dell'opera e quindi anche la suddivisione del finanziamenti». Per chiedere un rinvio «senza scure sui fondi già assegnati», la Cig ha dunque deciso di avviare, a inizio 2011, un'interlocuzione ai massimi livelli con la Commissione européa. «Si tratterà — conclude Masera — di una proroga di qualche settimana, motivata non da ragioni di inadempienza, ma dalle nuove necessità emerse negli ultimi. mesi».