Occasioni dal settore delle infrastrutture
Roma, 28 agosto 2010 - «Il settore delle infrastrutture si colloca tra le azioni e i bond in termini di rapporto tra rischio e profitto». Ad affermalo è Faisal Rahman, gestore del fondo Global Climate Change di Russeli OpenWorld, che spiega: «Come le obbligazioni, le società attive nel comparto delle infrastrutture generano dividendi e profitti media-mente stabili e prevedibili. A differenza di queste, tuttavia, assicurano una protezione dall'inflazione e un rendimento complessivo prossimo a quello del mercato azionario».
Quali Paesi richiederanno programmi d'investimento significativi nel medio-lungo termine?
Quasi tutte le grandi economie dovranno aumentare la spesa nelle infrastrutture nel giro dei prossimi 20 anni a causa di una combinazione tra sottoutilizzo storico del budget e le nuove sfide poste da problematiche come il cambiamento climatico. In Cina, ad esempio, l'ultimo programma di sviluppo prevede 42mila nuovi chilometri di binari ferroviari entro il 2020, molti dei quali dovrebbero essere realizzati entro il 2012 per un investimento di circa mille miliardi di dollari, importo che poi raddoppia considerando l'implementazione di infrastrutture nelle zone rurali. Nel Regno Unito l'impegno a ridurre le emissioni di C02 e aumentare l'utilizzo di energie rinnovabili entro il 2020 richiede poi una spesa di 200 miliardi dollari per infrastrutture e negli Usa l'adeguamento delle trasmissioni, delle autostrade e degli aeroporti richiederanno centinaia di miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.
Fino a che punto il futuro ritiro delle misure di supporto all'economia impatterà su questo settore?
I pacchetti di stimolo dei governi avevano lo scopo di avvantaggiare le imprese edili più che le società di infrastrutture. Almeno nel breve periodo i governi, che stanno riducendo la spesa diretta, si rivolgeranno sempre pi al settore privato delle aziende di infrastrutture per aggiudicarsi progetti strategici. E ci condurrà a una maggiore privatizzazione e a più opportunità per le società del comparto.
Quanto degli investimenti globali in infrastrutture è concentrato nei Paesi in via di sviluppo e legato alla crescita degli emergenti?
Questi mercati hanno posto gli investimenti in infrastrutture tra i loro obiettivi principali, più di quanto abbiano mediamente fatto i Paesi sviluppati. Le economie emergenti rappresentano infatti il 36% delle 2,5 migliaia di miliardi di dollari di stimolo annunciati nel ‘09. Essi hanno poi contribuito per il 58% ai 720 miliardi di dollari per il comparto delle infrastrutture.
E vero che le società di questo settore sono anticicliche?
Gli asset legati al settore delle infrastrutture dovrebbero avere, per loro natura, una volatilità inferiore e una bassa correlazione con il mercato azionario nel suo complesso. La prima spiegazione di questo comportamento è la correlazione relativamente bassa degli utili aziendali con l'economia generale. I profitti del comparto sono spesso definiti da regolamentazioni e tendono quindi a essere decorrelati dalla crescita economica globale. I beni infrastrutturali sono poi spesso monopoli che forniscono servizi come elettricità e acqua dove il consumo non può essere facilmente sostituito o evitato in tempi di recessione. Ciò è stato osservato durante l'ultima recessione, nel biennio 2008-2009, quando gli utili del settore sono scesi solo del 5,8% contro una diminuzione media del 20% segnato dal resto mercato.
All'interno del settore delle infrastrutture, quali Paesi danno una buona protezione dall'inflazione?
Il patrimonio nel comparto delle infrastrutture è composto da beni «reali» che garantiscono una difesa dall'aumento dei prezzi. Molte società del settore hanno poi la possibilità di parametrare i ricavi alle variazioni del costo della vita. I regimi regolatori più attraenti in questo senso sono individuabili nel Regno Unito, in Spagna, in Italia, in Australia e in Brasile.
All'interno delle tematiche macroeconomiche, quali settori - acqua, comunicazioni, energia, trasporti, sociale - sono meglio posizionati al momento?
L'attuale fase di ripresa globale si è tradotto in valutazioni attraenti per quegli asset esposti al commercio globale (come porti, aeroporti, ferrovie) e per alcune strade a pedaggio dove il traffico commerciale è stato impattato dalla recessione. In un'ottica di lungo termine, si osserva che, probabilmente, l'impatto dei cambiamenti climatici e delle energie rinnovabili porterà a una domanda continua di investimenti in reti elettriche di trasmissione più grandi e più intelligenti, così come al bisogno crescente di sviluppare infrastrutture per il trasporto di acqua da luoghi dove ce n'è in abbondanza verso aree in cui invece c’è scarsità.