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Briciole di pane

Opere, governo alla prova

I provvedimenti dell'esecutivo Berlusconi all'esame del consiglio dei ministri

Roma, 21 dicembre 2011 – In bilico la sorte dei due decreti legislativi sul monitoraggio delle opere pubbliche e sulla valutazione degli investimenti in infrastrutture: i testi saranno al prossimo consiglio dei ministri per l'approvazione definitiva, ma pesano i pareri contrari della commissione lavori pubblici del senato e le perplessità degli stessi rappresentanti del ministero delle infrastrutture, guidato da Corrado Passera.

Il governo, nel prossimo consiglio dei ministri (e nel pre-consiglio che si svolgerà stamattina), dovrà infatti decidere la sorte dei due schemi di decreto legislativo, varati dagli ex ministri Giulio Tremonti e Altero Matteoli, che si occupano da un lato di dare maggiore efficacia alla valutazione degli investimenti pubblici e, dall'altro, prevedono misure serrate per il monitoraggio della spesa per investimenti. Su questi testi i pareri delle commissioni di merito non sono univoci: da una parte, ad esempio, c'è la commissione bilancio della camera che il 14 dicembre si è espressa in senso favorevole ma con alcune osservazioni, dando sostanzialmente il via libera al testo. Dall'altra parte c'è la commissione lavori pubblici del senato che ha espresso parere contrario su entrambi gli schemi.

La commissione bilancio, pur esprimendosi favorevolmente, ha chiesto però un coinvolgimento delle commissioni parlamentari per consentire l'accesso diretto alle informazioni confluite nella banca dati delle amministrazioni pubbliche di cui si fa cenno nel decreto sul monitoraggio delle opere. Nel parere si chiede anche che la relazione sullo stato di attuazione delle leggi pluriennali di spesa sia redatta sulla base degli elementi confluiti nella banca dati delle amministrazioni pubbliche e sia trasmessa alle camere.

Infine, sempre la quinta commissione invita in ogni caso il governo a valutare con attenzione i rilievi formulati dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. L'organismo di vigilanza aveva infatti emesso a sua volta un parere segnalando, fra le altre cose, come sia necessario provvedere al coordinamento tra la nuova disciplina e la banca dati nazionale dei contratti pubblici. Ben diversi invece, come detto, i pareri approvati dalla commissione lavori pubblici del senato che boccia entrambi gli schemi di decreto legislativo. La commissione presieduta da Luigi Grillo ha soprattutto rilevato l'assenza di coerenza con la normativa in materia di lavori pubblici e ha stigmatizzato come i due schemi siano tali da «complicare il quadro normativo». Sulla stessa linea contraria anche l'ex viceministro alle infrastrutture Roberto Castelli, che intervenendo in commissione ha segnalato che i due decreti risultavano coerenti con una politica di contenimento della spesa pubblica che non sembra essere in linea con il governo attuale che «pare aver adottato una politica diversa, basata sugli investimenti nelle infrastrutture quali volano della crescita, come testimoniato dalle delibere recentemente approvate dal Cipe, che, con il precedente governo, non erano state adottate proprio per la necessità di valutarne la compatibilità con le posizioni del ministero dell'economia». Qualche problema di coordinamento, però, lo ammette anche il governo Monti se, come risulta dagli atti parlamentari, il sottosegretario Improta ha precisato che «la disciplina introdotta dal provvedimento in esame si sovrappone a quella già vigente in materia di programmazione dei lavori pubblici e delle infrastrutture strategiche, di cui segnatamente agli articoli 128 e 161 del Codice dei contratti pubblici». E anche sul secondo schema di decreto (monitoraggio dell'attuazione delle opere pubbliche) lo stesso sottosegretario Improta ha sottolineato «le criticità dell'atto che potrebbero ingenerare notevoli dubbi interpretativi».

Andrea Mascolini (fonte: Italia Oggi)