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Briciole di pane

Passera: no all'Italia che non decide

Sviluppo. «La falsa democrazia finisce per bloccare le opere»

Roma, 20 dicembre 2011 – Infrastrutture e liberalizzazioni. I due "totem" della crescita italiana, al centro dell'agenda del governo Monti, sono stati inevitabilmente tra i temi trattati ieri dal ministro Corrado Passera che ha tenuto alla Camera la prima conferenza mensile dei corsi di Scuola per le politiche pubbliche di Italiadecide, la fondazione presieduta da Luciano Violante, e Università La Sapienza.

Nella realizzazione delle infrastrutture l'Italia soffre di una «falsa democrazia» che impone scelte concertate con ogni livello decisionale, con il serio rischio di sfociare nella non decisione. La stretta attualità porta il ministro dello Sviluppo economico e delle infrastrutture e trasporti a tornare, per smentirla nuovamente, sull'ipotesi lanciata da Tremonti di una nuova manovra. Non ce ne sarà bisogno, spiega, riaffermando il concetto di equità come stella polare delle scelte dell'esecutivo e ribadendo che sulle liberalizzazioni la partita non è chiusa perché il tema resta tra le priorità assolute. No comment invece sulle dichiarazioni di Susanna Camusso, leader Cgil, che ha definito folle l'intervento del governo sulle pensioni.

Passera ha risposto alle domande di alcune allieve ripercorrendo l'esperienza vissuta alla guida delle Poste. Un caso di societarizzazione positiva, ha spiegato, condotta anche con spirito costruttivo nel rapporto impresa-sindacati. Non sempre però, ha aggiunto il ministro della "crescita", la creazione di una spa nel settore pubblico produce effetti vincenti. Si guardi al trasporto pubblico locale, pone come esempio Passera, una situazione disastrosa: più di 1.000società che non si coordinano tra loro, e qui, aggiunge, bisognerà regolare meglio per offrire un servizio migliore. Nessun collegamento esplicito o diretto ai prossimi interventi sulle liberalizzazioni, ma sembra lecito attendersi novità anche in questo campo.

A un'altra allieva, che si interroga sull'opportunità di privilegiare le grandi imprese o le pmi nei nuovi assetti di politica industriale, Passera risponde invece che non possono essere considerate strade alternative e che si riserverà grande cura a entrambi i fronti, anche perché sono spesso le grandi realtà a fare da traino ai più piccoli. Come, va detto per inciso, accade nelle strategie per l'internazionalizzazione, un altro terreno sul quale il ministero di via Veneto è intenzionato a produrre presto qualche novità (si veda Il Sole 24Ore del 17 dicembre).

Ad ogni modo Passera, che oggi sarà impegnato sul dossier Tav Torino-Lione insieme al governo francese, lavora a una serie di azioni più che a un unico contenitore. Al momento la tabella di marcia prevede primi risultati concreti intorno alla metà di gennaio. Anche il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, ribadendo che le misure per la crescita arriveranno tra qualche settimana, ha sottolineato ieri che non saranno prese «in un unico pacchetto» ma «attraverso diversi interventi».

Prosegue intanto la polemica a distanza sul trasporto ferroviario. Due giorni fa Passera aveva definito «non accettabili» le dichiarazioni di Diego Della Valle, patron di Tod'S e azionista di Ntv, sul numero uno di Trenitalia Mauro Moretti. «Non credo che proprio io e Corrado Passera dobbiamo metterci a polemizzare - ha detto ieri Della Valle -. Trovo però inopportuno e sbagliato fare una difesa d'ufficio di Moretti; sarebbe invece più utile e giusto dare voce ai cittadini che utilizzano le Ferrovie dello Stato per farci dire da loro cosa pensano della qualità del servizio che ricevono e quali disagi sono costretti a subire ogni giorno e da molto tempo».

Fonte: Il Sole 24 Ore