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Pedaggi, ricorso Ue contro Berlino

L'esecutivo comunitario ha deciso di presentare ricorso alla Corte europea di Giustizia

Roma, 30 settembre 2016 - La Commissione europea ha confermato oggi che la scelta tedesca di imporre solo agli stranieri il pedaggio sulle autostrade della Germania è discriminatoria e incompatibile con le regole del mercato interno. L'esecutivo comunitario ha quindi deciso di presentare ricorso alla Corte europea di Giustizia.

Ogni anno milioni di automobili straniere circolano sulle autostrade tedesche, una rete di quasi 13mila chilometri che è per molti versi un crocevia d'Europa. La decisione comunitaria giunge nonostante i numerosi scambi con il governo federale dal novembre 2014 ad oggi per risolvere la questione per vie extra-giudiziali.

Per decenni, la rete autostradale tedesca è stata gratuita anche perché le autostrade sono dei raccordi anulari utilizzati dagli automobilistici per raggiungere le estremità delle diverse città. L'attuale governo di grande coalizione ha deciso di imporre un pedaggio sotto forma di vignetta, come in Svizzera o in Austria. Per evitare di stuzzicare gli elettori con una misura impopolare, la nuova legislazione del giugno 2015 prevede che per le persone residenti in Germania il nuovo pedaggio venga dedotto per intero dalle tasse automobilistiche.

Gli stranieri non godranno della stessa facilitazione, tanto che per la Commissione questa differenza equivale a una discriminazione sulla base della nazionalità. Peraltro, la misura violerebbe anche la libertà di movimento delle merci e delle persone nell'Unione.

Nel suo comunicato, l'esecutivo comunitario ha inoltre fatto notare che le vignette in vendita per i non residenti in Germania hanno costi elevati, rispetto allo stesso pedaggio imposto ai residenti nella Repubblica Federale e poi dedotto dalle loro tasse automobilistiche.

Bruxelles è pienamente consapevole che la Germania debba far pagare per l'uso delle sue autostrade, utilizzate da milioni di europei per attraversare l'Europa, ma vuole evitare forme di discriminazione. Da Berlino, il ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt ha reagito salutando positivamente la decisione della Commissione europea perché permetterà di fare chiarezza. Dobrindt ha detto di aspettarsi dalla Corte “una procedura rapida”.

In origine, la nuova legislazione doveva entrare in vigore nel corso del 2016, ma a causa dei dubbi comunitari il governo tedesco ha deciso di congelare l'applicazione, nonostante il testo sia stato approvato a metà dell'anno scorso.

Beda Romano - Il Sole 24 Ore

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