Perché sul trasporto ferroviario merci le regole vanno riviste
L'Italia ha bisogno di una politica finalizzata a incentivare un deciso rilancio del trasporto ferroviario merci
Milano, 18 marzo 2011 - La situazione italiana del trasporto ferroviario delle merci ha registrato nel biennio 2009-2010 una preoccupante flessione di circa il 38%, dovuta alla crisi strutturale del sistema ferroviario e alla politica di dismissione di RFI e Trenitalia Cargo. Vari provvedimenti hanno poi aggravato la situazione: la Direttiva del presidente del consiglio 7 luglio 2009, la proibizione da parte di RFI di effettuare traffico diffuso in ferro cisterne dal 1 aprile 2010, le nuove regole per la manutenzione dei cari. L'Italia, insomma, ha bisogno di una politica finalizzata a incentivare un deciso rilancio del trasporto ferroviario merci con regole certe e semplici. Le esigenze degli operatori della logistica sono infatti quelle di sfruttare adeguatamente il sistema. Considerato che la conversione modale è una delle opzioni cardine della politica dell'Unione europea per il futuro. Alcune misure sono indifferibili. Andrebbe definito per esempio un contesto di regole chiare che permettano agli operatori privati di svolgere la loro attività sostituendo Trenitalia laddove questa non intenda o non possa continuare a erogare il servizio. Il ministero dei Trasporti dovrebbe poi vigilare sulle decine di carri e locomotori, in precedenza utilizzati per il cargo, che oggi sono inutilizzati in diversi scali: il capitale negli anni viene così destinato a un inevitabile spreco, quando invece potrebbe ancora essere concesso in locazione alle nuove imprese ferroviarie italiane e contribuire così sia alle casse statali sia a sostegno di una vera politica di liberalizzazione capace di rivitalizzare il trasporto ferroviario Italia. Infine è indispensabile che l'Italia programmi tutti gli investimenti necessari affinché l'infrastruttura ferroviaria del Nord Italia sia adeguata a quanto sarà realizzato a Nord delle Alpi così come è necessario definire una nuova rete di terminal. Un'infrastruttura ferroviaria adeguata consentirebbe al sistema portuale del Nord Italia di competere ad armi pari con i porti del Nord Europa così da convincere le grandi compagnie armatoriali a scegliere gli scali italiani. L'auspicio è quindi che in Italia non si sottovaluti più il trasporto ferroviario rispetto alla modalità stradale, tenuto presente il grande interesse strategico che avranno nel futuro sia l'attraversamento alpino sia il ruolo dei porti.