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Briciole di pane

Piano Juncker, contributi da quattro Paesi. Via libera al regolamento del Feis

L'Italia è l'ultimo Stato ad aver annunciato di voler mettere 8 miliardi di contributi propri

Bruxelles, 13 marzo 2015 - Con l'annuncio italiano è salito a quattro il numero dei Paesi che ha già fatto sapere di volere contribuire con soldi propri al piano europeo degli investimenti promosso dalla Commissione Juncker. È stato lo stesso Matteo Renzi con un tweet a rompere le riserve e spiegare che Roma contribuirà 8 miliardi di euro che verranno presi dalla Cassa depositi e prestiti. Il commissario per la Crescita Jyrki Katainen, ha sottolineato che “la palla sta girando”, e si è detto “felice che gli Stati membri mettano i soldi dove annunciato, aiutandoci a fare la parte più grande del piano e a creare lavoro e crescita duratura in Europa”.


In tutto ora i miliardi messi a disposizione direttamente dagli Stati membri sono 25 e mezzo. Il primo Paese a mettere mano al portafogli è stata la virtuosa Germania che il 28 gennaio ha messo sul piatto 8 miliardi che verranno sborsati attraverso la sua banca nazionale per lo sviluppo, la KfW (Kreditanstalt für Wiederaufbau). Poi è stata la volta della Spagna, che però vista la crisi ha detto di poter mettere a disposizione solo un miliardo e mezzo, anche lei attraverso la banca nazionale di sviluppo, l'Instituto de Crédito Oficial. Il terzo Stato a farsi avanti è stata la Francia, anche lei con 8 miliardi, anche lei attraverso attraverso le banche promozionali: la Caisse des Dépots e Bpifrance (BP).


Questi soldi finiranno nel Feis, il Fondo europeo per gli Investimenti strategici, che è il cuore del piano Juncker, e che sarà istituito in stretto partenariato con la Banca europea per gli investimenti (BEI) . All'inizio il fondo era costituito da 21 miliardi di euro di risorse comunitarie, di cui 16 miliardi di garanzie dal bilancio pluriennale dell’Ue e cinque miliardi dalla Bei, che secondo le stime dell'esecutivo, grazie a un effetto moltiplicatore di 15 a 1 dovrebbero diventare 315 in tre anni.
 

E questa settimana i ministri economici dei Ventotto hanno dato il via libera nel Consiglio Ecofin al regolamento che lo gestirà. Il Feis avrà una struttura duale costituita da un comitato esecutivo (steering board) e un comitato per gli investimenti (investment committee). Il comitato esecutivo – con membri provenienti solo da Bei e Commissione Ue – sarà responsabile della definizione della strategia, della politica per gli investimenti e del profilo di rischio. Il comitato per gli investimenti sarà invece l’organismo responsabile per la selezione dei progetti da finanziare e sarà formato da otto esperti indipendenti e un direttore, che prenderanno le decisioni a maggioranza semplice, ma ogni progetto sostenuto dal fondo avrà bisogno dell’approvazione della Bei.
 

Lorenzo Robustelli