Piano Sud, avanti tutta
Roma, 22 ottobre 2010. Il piano Sud fa concreti passi in avanti: ieri il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato a Palazzo Grazioli la Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Durante l'incontro è emersa la volontà del governo di dare un nuovo impulso agli investimenti nelle infrastrutture, con particolare riguardo al Mezzogiorno. Nello stesso giorno la Marcegaglia si è incontrata con le regioni e i costruttori iscritti a Confindustria, per rilanciare il piano Sud. La Marcegaglia ha dichiarato che: «Se riuscissimo ad ottenere un sostegno al settore delle costruzioni ci sarebbero risultati rilevanti in funzione anticritica per la funzione di traino che questo settore può avere: una spesa aggiuntiva pari a cento del settore delle costruzioni significa una ricaduta di trecento per l’intera economia».
Intanto Raffaele Fitto, ministro per gli Affari regionali, che ha le deleghe per operare la riforma dei fondi Fas e per il piano Sud, plaude all’intervento di Confindustria sul Mezzogiorno. In gioco c’è la riprogrammazione dei fondi che attualmente sono ancora incagliati. Il ministro Fitto ha affermato che «I contributi che verranno dalle parti sociali al piano per il sud consentiranno di varare, finalmente, un insieme di interventi efficaci e strategici». Con il piano Sud ci dovrebbero essere riprogrammazioni per 40 miliardi di euro. Si tratta del quarto punto dell’agenda Berlusconi. Il piano conterrà lo schema di riprogrammazione dei fondi Fas 2000-2006 (3 miliardi regionali e 2550 milioni statali), la destinazione dei fondi Fas regionali 2007-2013 (26-29 miliardi) e anche dei fondi Ue 2000-2006 che al momento sono incagliati (almeno 5 miliardi). Presto andrà all’esame del consiglio dei ministri il decreto legge che ha il compito di dare il via libera a questi fondi e, quindi, fornire piena attuazione al piano sud. Il provvedimento prevede anche norme per la riprogrammazione delle risorse e le procedure straordinarie per sbloccare le opere incagliate o per ridestinare i fondi. Ci saranno poteri sostitutivi per le amministrazioni responsabili delle opere bloccate. Le regioni avranno la possibilità di intervenire su gli enti locali e su gli enti appaltatori che non atti concreti nei termini previsti. Ma cosa ancora più importante, anche il governo potrà intervenire nel caso in cui le regioni o gli enti appaltanti restino inerti.
Le infrastrutture saranno il fulcro del piano sud. Il ministro Fitto si sta incontrando in questi giorni con Anas, Rfi e Fs per definire la mappa delle priorità. Questo è il segnale che si vogliono razionalizzare gli incentivi che, fino a oggi, si sono dispersi a pioggia. Tra le ipotesi allo studio c’è quella di concentrare gli incentivi soltanto in un numero estremamente ristretto di distretti a vocazione industriale. Alla Fiera del Levante Fitto aveva già anticipato i settori previsti per il piano per il Mezzogiorno: infrastrutture, incentivi industriali, Banca del Sud, scuola ricerca, Pubblica Amministrazione, sicurezza e servizi pubblici.