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Briciole di pane

Piazza Affari traguardo naturale per Poste e Ferrovie dello Stato

Giuseppe Vegas, presidente della Consob: la scelta della quotazione potrebbe rivelarsi un toccasana per le società a controllo pubblico

Milano, 15 maggio 2012 – La scelta della quotazione potrebbe rivelarsi un toccasana per le società a controllo pubblico, da sempre attente alle «logiche di profitto» ma non ancora sbancate sul mercato dei capitali. Vegas ne è convinto, come dimostra un passaggio del suo intervento di ieri: «la questione principale è quella di avvicinare (alla borsa, ndr) non solo le imprese di medie dimensioni, ma anche quelle pubbliche che seguono logiche di profitto». Un auspicio nel quale i più hanno visto un invito implicito rivolto alle Poste e alle Ferrovie.
Il presidente della Consob si è inoltre soffermato sul mattone di Stato, auspicando un «indispensabile processo di valorizzazione» che passi attraverso veicoli di investimento quotati. Vegas ha poi fatto notare che «la principale debolezza della nostra piazza finanziaria è costituita dal modesto sviluppo del mercato domestico dei capitali. Il problema è tanto più serio nell'attuale contingenza, in cui il sistema bancario può avere difficoltà a sostenere, con adeguati livelli di credito, la crescita delle imprese, soprattutto di quelle maggiormente orientate a competere nei mercati esteri. La questione principale», ha proseguito Vegas, «è avvicinare le imprese di media dimensione, che costituiscono l'ossatura del nostro tessuto imprenditoriale, ai mercati finanziari, analogamente a quanto avviene negli altri Paesi europei».
I numeri parlano chiaro: al 30 marzo scorso le società con capitalizzazione inferiore a 50 milioni rappresentavano solo il 29% delle quotate in Italia, a fronte del 68% in Germania e del 53% in Francia e Regno Unito. «Per ampliare il mercato», ha concluso Vegas, «è indispensabile rimuovere ostacoli strutturali che incidono sul lato sia dell'offerta sia della domanda».
Durante il suo intervento Vegas si è poi soffermato sul tema della contendibilità. La relazione annuale mostra che nel 2011 il numero di società non controllate è sceso a 28 rispetto alle 38 del 2010, mentre le quotate in cui l'azionista di controllo detiene oltre la metà del capitale ordinario sono salite da 45 a 52 (le controllate di fatto rappresentano più di un quinto della capitalizzazione di mercato). Il numero di società controllate di diritto (l'azionista di maggioranza, pur detenendo una partecipazione inferiore alla metà del capitale, è in grado di esercitare un'influenza dominante sulla società) è sceso da 129 a 123.

Fonte: MF-Milano Finanza