Piemonte, crisi nera per l'edilizia
Per l'ANCE servono interbenti su "rigenerazione urbana", sostenibilità, housing sociale, infrastrutture e sicurezza
Torino, 3 luglio 2012 – Una situazione drammatica in termini di occupazione e investimenti. Il V° Rapporto congiunturale sull’industria delle costruzioni in Piemonte dell’ANCE subalpina (che raccoglie circa 1.500 imprese del settore), non lascia spazio a dubbi circa l’entità della crisi che sta investendo il settore dell’edilizia e delle infrastrutture locali. Una crisi che, tuttavia, non ha impedito a Giuseppe Provvisiero – presidente di ANCE Piemonte – di lanciare una sfida: un modello di sviluppo regionale che possa rilanciare il comparto. “Riqualificazione urbana, sostenibilità ambientale, infrastrutture, sicurezza e housing sociale sono i fattori su cui intervenire per risollevare il settore delle costruzioni”, ha spiegato infatti Provvisiero che ha, nel corso di un incontro sulla riqualificazione del territorio, ha continuato aggiungendo: “Abbiamo a disposizione, in Italia e in Piemonte, una risorsa importante come il patrimonio immobiliare, purtroppo obsoleto e non sfruttato, che dovremmo valorizzare per migliorare la vita dei cittadini, in sicurezza, offrendo al territorio nuove opportunità economiche”.
Per ora, però, parlano i numeri. “Dal 2008 al 2012 - ha detto Filippo Monge, Presidente del Centro Studi dell’Ance Piemonte - gli investimenti in costruzioni in Piemonte sono scesi del 19,1% , nel biennio 2009-2011 il numero di operai iscritti alle Casse Edili è diminuito del 22% e le imprese piemontesi entrate in procedura fallimentare negli ultimi due anni sono salite del 10,8%. Siamo arrivati ad un punto molto critico nel quale occupazione e imprese sono sempre più a rischio”. Alla base della situazione una serie di cause molto chiare per gli imprenditori e comuni a buona parte dell’attività industriale: “Il fenomeno dei ritardati pagamenti che ha raggiunto livelli inaccettabili – ha proseguito Monge -, il blocco da parte del sistema bancario dei finanziamenti per il settore sono solo alcune problematiche che impediscono il rilancio dell’edilizia. Rendere, quindi, le strutture aziendali più snelle, alleggerite di costi (anche finanziari) e di spese improduttive continuerà ad essere, nei prossimi mesi (2012/2013), una priorità assoluta per la conservazione dell’equilibrio patrimoniale finanziario dell’impresa edile e, in taluni casi, per la sopravvivenza”.
Da tutto questo, poi, una serie di richieste ma soprattutto una constatazione di fondo: “Gli sforzi di noi imprenditori – ha affermato Provvisiero - dovrebbero in qualche modo essere riconosciuti e non vanificati da lunghe attese a causa di una burocrazia miope. Nonostante tutto le occasioni in Piemonte non mancano ma occorre determinazione per perseguirle. Ad esempio la Tav, la Città della Salute, l’Università, la Pedemontana sono temi rallentati non esclusivamente dalla mancanza di risorse, dove spesso non c’è convergenza comune e non si lavora per il raggiungimento dell’obiettivo”.
“La crisi ci costringe ad anticipare il futuro – ha concluso Provvisiero- nel legittimo rispetto del dialogo tra diverse posizioni occorre remare nella stessa direzione e non in controcorrente. Occorre evitare di vivere di concertazione per poi rischiare di morire di conflitto”. Mentre sul Decreto Sviluppo recentemente varato dal Governo, la valutazione è stata positiva: “Le misure contenute– ha commentato Monge - sono un primo segnale di contrasto alla crisi ma il nostro settore necessita di maggiori interventi in grado di riattivare il mercato”.