Più investimenti nel bilancio UE per i trasporti
Nella proposta del presidente del Consiglio UE Van Rompuy sono previsti 46,2 miliardi di Euro del bilancio UE per le reti trans europee
Bruxelles, 15 novembre 2012 - Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ha presentato ieri a Bruxelles una nuova proposta di bilancio dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020. La proposta di Van Rompuy, pur conservando l’ordine delle priorità dettate dalla Commissione, corregge sostanzialmente la proposta presentata da Cipro, che ha la presidenza di turno dell’Unione, allocando le risorse in modo diverso sui singoli capitoli di spesa.
Partendo dalla premessa che “il futuro bilancio europeo debba essere un catalizzatore per la crescita e l’occupazione”, il presidente del Consiglio europeo propone un taglio complessivo di 77 miliardi di Euro al bilancio UE, reso necessario dall’attuale stagione di rigore e austerità della spesa pubblica, ma corregge al rialzo la proposta di Cipro su vari capitoli di spesa, riallocando maggiori risorse a favore di trasporti, energia e telecomunicazioni.
Cipro aveva proposto nelle scorse settimane 36,3 miliardi per la realizzazione del programma “Connecting Europe Facility”, per la realizzazione delle reti trans europee di trasporto, energia e comunicazione. Van Rompuy propone di investire complessivamente in questo comparto 46,2 miliardi (10 in più rispetto alla proposta cipriota). Di questa cifra 29,6 miliardi saranno destinati ai trasporti, cioè al completamento del programma TEN-T, la rete stradale e ferroviaria fra i paesi membri della UE, 8,2 miliardi per l’energia e 8,3 miliardi per le telecomunicazioni. Va tenuto presente che secondo l’Agenda di Lisbona tali opere dovranno essere terminate entro il 2020.
La bozza presentata da Van Rompuy tenta di mediare fra posizioni diverse e contrastanti e trovare una base di accordo per consentire al vertice straordinario dei capi di stato e di governo del 22-23 novembre di approvare le linee guida di spesa per i prossimi 6 anni dell’Unione Europea.
La Commissione aveva presentato un bilancio di 1.033 miliardi di E pari allo 1,05% del Prodotto interno europeo e viene finanziato dai singoli paesi con un contributo dell’1% delle entrate tributarie sul valore aggiunto (IVA). Ma le posizioni sono ancora lontane. La Gran Bretagna chiede tagli radicali di oltre 200 miliardi e vuole mantenere i suoi privilegi, mentre Germania e paesi nordici (Svezia, Finlandia, Olanda) vogliono tagli agli investimenti di coesione e all’agricoltura per 130 mld.
Secondo la bozza di quadro finanziario pluriennale redatta da Van Rompuy, il fondo di coesione destinato alle regioni più svantaggiate sarà tagliato di 30 miliardi, con una modulazione diversa rispetto al passato, privilegiando le regioni il cui reddito si allontana di più dalla media UE. Complessivamente si destina al riequilibrio regionale in Europa 232,5 miliardi di Euro per il periodo 2014-2020. Di questa somma 156 miliardi andranno a alle regioni (il cui reddito è meno del 75% della media UE), 30 miliardi a quelle cosiddette “in transizione” (con un reddito compreso fra il 75 e il 90% della medie UE) e 47,5 miliardi alle regioni più prospere (dove si percepisce più del 90% del reddito medio pro-capite UE). Molto importante risulta anche il capitolo di spesa per “Investimenti per la crescita e l’occupazione” a cui sono destinati 299,6 miliardi di E e che vuole essere un pacchetto di stimolo per rilanciare la crescita e l’occupazione.
Allo stesso tempo Van Rompuy interviene con l’accetta per tagliare di 21,1 miliardi i fondi per la Politica agricola comune che comunque rappresentano ancora la voce più consistente (364,4 miliardi) del bilancio comunitario, di cui assorbe più di un terzo. La Francia ha subito protestato per i tagli alla politica agricola, che sono per lei “irrinunciabili”. Nei tagli è finito anche il popolare programma Erasmus che incoraggia gli studenti universitari a compiere stage presso università di altri paesi per imparare a conoscersi e diventare cittadini europei.
Partendo dalla premessa che “il futuro bilancio europeo debba essere un catalizzatore per la crescita e l’occupazione”, il presidente del Consiglio europeo propone un taglio complessivo di 77 miliardi di Euro al bilancio UE, reso necessario dall’attuale stagione di rigore e austerità della spesa pubblica, ma corregge al rialzo la proposta di Cipro su vari capitoli di spesa, riallocando maggiori risorse a favore di trasporti, energia e telecomunicazioni.
Cipro aveva proposto nelle scorse settimane 36,3 miliardi per la realizzazione del programma “Connecting Europe Facility”, per la realizzazione delle reti trans europee di trasporto, energia e comunicazione. Van Rompuy propone di investire complessivamente in questo comparto 46,2 miliardi (10 in più rispetto alla proposta cipriota). Di questa cifra 29,6 miliardi saranno destinati ai trasporti, cioè al completamento del programma TEN-T, la rete stradale e ferroviaria fra i paesi membri della UE, 8,2 miliardi per l’energia e 8,3 miliardi per le telecomunicazioni. Va tenuto presente che secondo l’Agenda di Lisbona tali opere dovranno essere terminate entro il 2020.
La bozza presentata da Van Rompuy tenta di mediare fra posizioni diverse e contrastanti e trovare una base di accordo per consentire al vertice straordinario dei capi di stato e di governo del 22-23 novembre di approvare le linee guida di spesa per i prossimi 6 anni dell’Unione Europea.
La Commissione aveva presentato un bilancio di 1.033 miliardi di E pari allo 1,05% del Prodotto interno europeo e viene finanziato dai singoli paesi con un contributo dell’1% delle entrate tributarie sul valore aggiunto (IVA). Ma le posizioni sono ancora lontane. La Gran Bretagna chiede tagli radicali di oltre 200 miliardi e vuole mantenere i suoi privilegi, mentre Germania e paesi nordici (Svezia, Finlandia, Olanda) vogliono tagli agli investimenti di coesione e all’agricoltura per 130 mld.
Secondo la bozza di quadro finanziario pluriennale redatta da Van Rompuy, il fondo di coesione destinato alle regioni più svantaggiate sarà tagliato di 30 miliardi, con una modulazione diversa rispetto al passato, privilegiando le regioni il cui reddito si allontana di più dalla media UE. Complessivamente si destina al riequilibrio regionale in Europa 232,5 miliardi di Euro per il periodo 2014-2020. Di questa somma 156 miliardi andranno a alle regioni (il cui reddito è meno del 75% della media UE), 30 miliardi a quelle cosiddette “in transizione” (con un reddito compreso fra il 75 e il 90% della medie UE) e 47,5 miliardi alle regioni più prospere (dove si percepisce più del 90% del reddito medio pro-capite UE). Molto importante risulta anche il capitolo di spesa per “Investimenti per la crescita e l’occupazione” a cui sono destinati 299,6 miliardi di E e che vuole essere un pacchetto di stimolo per rilanciare la crescita e l’occupazione.
Allo stesso tempo Van Rompuy interviene con l’accetta per tagliare di 21,1 miliardi i fondi per la Politica agricola comune che comunque rappresentano ancora la voce più consistente (364,4 miliardi) del bilancio comunitario, di cui assorbe più di un terzo. La Francia ha subito protestato per i tagli alla politica agricola, che sono per lei “irrinunciabili”. Nei tagli è finito anche il popolare programma Erasmus che incoraggia gli studenti universitari a compiere stage presso università di altri paesi per imparare a conoscersi e diventare cittadini europei.