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Briciole di pane

PMI, soggetto chiave per l'efficienza delle infrastrutture

È quanto emerge da uno studio della Fondazione Rete Imprese Italia dal titolo 'Il ruolo della piccola impresa per l'efficienza delle infrastrutture materiali e immateriali'

Roma, 28 maggio 2013 - Poca attenzione è stata finora attribuita al ruolo delle micro e piccole e medie imprese (mpmi) come soggetto chiave per l'efficienza e la competitività delle infrastrutture, siano esse materiali o immateriali. Eppure, contribuiscono alla creazione di ecosistemi nei quali convivono, integrandosi, le attività più tradizionali (quali la gestione e la manutenzione) con servizi ad alto tasso di flessibilità, che risultano essenziali per un utilizzo intelligente e una regolazione razionale delle infrastrutture stesse. È quanto emerge da uno studio della Fondazione Rete Imprese Italia dal titolo 'Il ruolo della piccola impresa per l'efficienza delle infrastrutture materiali e immateriali', presentato oggi, a Roma, nell'ambito del convegno 'Pari dignità tra sistemi produttivi: nuove opportunità per le mpmi'.

L'analisi prende in esame tre contesti diversi fra loro - le nuove infrastrutture energetiche, il settore del commercio (con un'attenzione particolare sui centri storici delle città) e i servizi digitali basati sugli open data - tutti e tre sottoposti dal legislatore a grandi trasformazioni e in grado di offrire indicazioni diverse e complementari riguardo al ruolo delle 'mpmi' e dell'impresa diffusa come fattore determinante della qualità di nuovi ecosistemi del valore.

"L'attenzione continua rivolta al tema della crisi ci impedisce, il più delle volte, di guardare a quei processi di innovazione che oggi contribuiscono a rinnovare il nostro sistema economico", ha sottolineato Stefano Micelli, coordinatore del tavolo di accumulazione sulle reti infrastrutturali della Fondazione Rete Imprese Italia.

"La piccola impresa - ha spiegato - non è un soggetto marginale in questo processo; anzi, è spesso in prima fila nell'alimentare filiere dell'innovazione in cui operano imprese di medie e grandi dimensioni. Anche nel caso dell'apertura di alcuni mercati, il suo ruolo è tutt'altro che passivo. Si tratta di cambiamenti che le associazioni di categoria sono chiamate a leggere e promuovere con occhi nuovi".

Per il presidente di Cna e portavoce di Rete Imprese Italia, Ivan Malavasi, "le indicazioni che lo studio della Fondazione offre, presentando scenari relativi alle nuove configurazioni infrastrutturali, dimostrano che le mpmi non costituiscono un ostacolo lungo la strada di uscita dalla crisi, ma possono rivestire un ruolo da protagoniste soprattutto nei cambiamenti che avvengono nella società e nel sistema produttivo". Quanto alle associazioni di categoria, ha aggiunto, "il rendiconto e la formulazione di un bilancio equilibrato fra costi e benefici delle nuove opportunità sono un obiettivo per contribuire in modo fattivo al dibattito in corso nel Paese".

Dalle parole del presidente della Fondazione Rete Imprese Italia, Giuseppe De Rita, è emersa ancora una volta "la grande capacità di adattamento da parte della piccola impresa e dell'impresa diffusa, cui si associa una loro naturale predisposizione ad occupare spazi di mercato spesso sottostimati". Certamente, ha detto, le potenzialità legate all'emergere dei nuovi ecosistemi del valore possono esplicarsi solo attraverso una corretta regolazione di reale apertura dei mercati, "che può costituire un'importante occasione di crescita per quelle imprese capaci di interpretare in modo originale, anche sul versante delle formule imprenditoriali, un contesto in rapida trasformazione".