Prezzi dei carburanti in aumento
Protestano le associazioni dei consumatori, ma le compagnie confermano la correttezza del loro operato. Mentre Unioncamere rende noti gli aumenti delle tariffe dei trasporti locali
Roma, 2 settembre 2013 - La fine di agosto ha portato un’ondata di aumenti per i carburanti. Una crescita che si va ad aggiungere a quella delle tariffe locali dei servizi, i cui dati (relativi a maggio) sono stati resi adesso da Unioncamere.
Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, nel fine settimana sono saliti i prezzi dei carburanti di Eni, IP, Q8 e TotalErg. Nonostante il calo dei prezzi internazionali registrato venerdì scorso, infatti, tra sabato e lunedì i prezzi di benzina e gasolio sono aumentati facendo avvicinare le medie – in modalità “servito” -, a 1,88 euro/litro per la benzina e a 1,77 per il diesel. In particolare, la media ponderate nazionale dei prezzi tra le diverse compagnie fa segnare per la benzina 1,873 euro/litro (+0,5 centesimi), e per il diesel 1,767 euro/litro (+0,6 centesimi). Fermo il Gpl a 0,809 euro/litro, mentre il metano aumenta a 0,990 euro/kg (+0,2 centesimi). Stando sempre a Staffetta Quotidiana, tra sabato e oggi avrebbero aumentato i listini Eni, IP, Q8 e TotalErg. Per la prima compagnia l’aumento è di 0,8 centesimi su entrambi i prodotti, per IP e TotalErg la crescita è stata di 0,5 centesimi, per Q8 pari a +0,5 centesimi sulla verde e +1 centesimi sul diesel.
Ma secondo l’Unione petrolifera italiana, “il prezzo medio nazionale stimato sulla base dei dati rilevati dal Ministero dello Sviluppo Economico è attualmente intorno a 1,780 euro/litro per la benzina e 1,670 euro/litro per il gasolio. Tali valori sono peraltro inferiori di circa 5 centesimi euro/litro rispetto al prezzo medio registrato nell'agosto 2012”.
In ogni caso quello dei carburanti è solamente uno dei rincari ai quali gli italiani sono stati sottoposti in questi ultimi mesi. Unioncamere, per esempio, ha reso note le tariffe medie relative ai servizi e ai trasporti locali registrate nel maggio scorso che hanno fatto registrare un aumento del 4,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il dato emerge dall'analisi di Unioncamere sull'andamento dei prezzi amministrati a controllo locale e nazionale - realizzata attraverso il proprio Istituto di ricerca specializzato nelle indagini su distribuzione e servizi (INDIS) - sulla base dell'Osservatorio "Prezzi e Mercati". Gli impulsi al rialzo delle tariffe locali – viene spiegato -, tendono a concentrarsi sul settore dei trasporti: l'ultimo dato disponibile - relativo appunto a maggio - stima gli aumenti medi nella misura del 5.3% tendenziale per il trasporto urbano e del 9,3% per i collegamenti extra urbani. Seguono a ruota i corrispettivi dell'acqua potabile (cresciuti in media del 6.7% tra maggio 2012 e maggio 2013) e dei rifiuti urbani (+4.7% nello stesso periodo). Secondo Unioncamere, rispetto all'evoluzione delle tariffe locali, quelle nazionali - al netto di alcune specifiche voci - segnalano una tendenza meno accentuata della crescita media. Ma un'altra voce del tariffario nazionale oggetto di adeguamenti importati è quella relativa ai pedaggi autostradali: +4.1% che è la variazione tendenziale annua rilevata a fine maggio, frutto dell'adeguamento disposto a dicembre 2012 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e da quello dell'Economia e Finanze, per assicurare l'effettiva realizzazione degli investimenti posti a carico di ciascuna società concessionaria e garantire il mantenimento dell'infrastruttura in condizioni di efficienza e di sicurezza per gli utenti.
"Per rilanciare i consumi e accompagnare i segnali di ripresa dell'economia - ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - è indispensabile rallentare la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali. L'uso intelligente delle tariffe di certi servizi può rivelarsi una leva importante per uno sviluppo locale più equo e sostenibile”.
Circa gli aumenti dei carburanti, invece, molto duri sono stati i commenti delle associazioni dei consumatori. “Puntualmente, come succede nei grandi esodi, il prezzo della benzina aumenta – hanno detto per esempio Adusbef e Federconsumatori -, assistiamo perciò in questa ultima settimana ad una variazione di prezzo in aumento di quattro, cinque centesimi al litro con punte anche di sei-sette centesimi”. Secondo le stesse organizzazioni, questo aumento non è “assolutamente giustificato”. Secondo i calcoli fatti dalle associazioni, quindi. “gli automobilisti pagheranno in più per ogni pieno di benzina di 50 litri circa tre euro”. Mentre, “se questi aumenti non dovessero rientrare si tratta di una stangata per gli automobilisti di 72 euro annui e con un esborso complessivo, solo per la benzina, di 72 milioni di euro ogni mese pari a 864 milioni di euro nell'arco dell'anno”. Mentre per Codacons “il fenomeno dei rincari dei listini di carburanti in occasione delle partenze degli italiani è oramai cosa nota, al punto che la magistratura su esposto Codacons sta indagando sulle speculazioni legate ai prezzi di benzina e gasolio”.
“Ribadiamo – ha però replicato l’Unione petrolifera italiana -, il comportamento assolutamente cauto e responsabile tenuto dalle compagnie petrolifere, che per tutto il mese di agosto hanno mantenuto fermi i prezzi dei carburanti a fronte di un aumento di oltre 6 centesimi registrato sui mercati internazionali. (...) Solo in questi ultimi giorni si sono avuti leggeri aumenti, stimati in 1,5 centesimi euro/litro, legati soprattutto all'acuirsi delle tensioni in Siria”. Ma, ha proseguito l’Up, “il comportamento responsabile delle compagnie è testimoniato dall'andamento dello 'stacco' con l'Europa dei prezzi industriali (al netto delle tasse) che si mantiene tuttora molto basso, intorno 2 centesimi”. L’Unione petrolifera ha poi aggiunto che "gli ulteriori allarmi sull'andamento del prezzo dei carburanti lanciati dalle associazioni dei consumatori e dagli organi di stampa specializzata, sono del tutto infondati in quanto non rappresentativi dei prezzi praticati a livello nazionale che sono ben lontani dalla soglia dei 2 euro/litro di cui si è molto parlato in questi ultimi giorni”. Secondo le aziende del comparto, “eventuali punte di prezzo rilevate in singole realtà locali non possono perciò essere considerate rappresentative del mercato nazionale”. L'Up, inoltre, ricorda che “gli aumenti registrati nell'ultima settimana sono stati mediamente dell'ordine di 1,5 centesimi euro/litro e che i prezzi consigliati dalle compagnie petrolifere ai gestori, che fissano autonomamente il prezzo finale al pubblico, sono molto lontani dai 2 euro/litro”.
Le imprese tuttavia lanciano un allarme sul carico fiscale che viene visto come “un elemento di preoccupazione che pesa sui carburanti per circa il 60% e che rischia di essere ulteriormente appesantito per effetto combinato del possibile aumento dell'Iva (1,5 centesimi) e del finanziamento del tax credit sul cinema (0,5 centesimi) previsto dal gennaio 2014 dal 'Dl Fare', senza trascurare il fatto che esso sarebbe ancora più consistente se dovesse scattare la cosiddetta 'clausola di salvaguardia' contenuta nel 'Dl Imu'".
“L'aumento dei prezzi della benzina sotto la spinta della crisi in Siria – ha commentato invece la Coldiretti -, colpisce 4,4 milioni gli italiani in vacanza nel mese di settembre”. L’organizzazione agricola poi aggiunge: “Il costo dei trasporti è uno dei fattori che ha condizionato pesantemente le ferie degli italiani. Il 32% ha scelto di trascorrere - secondo un’indagine Ipr marketing -, le vacanze in località più vicine rispetto allo scorso anno con ben sette italiani su dieci (70%) in vacanza in Italia e di questi ben il 24% che non si allontana neppure dalla propria Regione”. La Cia-Confederazione italiana agricoltori, invece, ha commentando affermando che “la scia dell'effetto Siria continua a tenere alti i prezzi dei carburanti in Italia. E' chiaro quindi che ogni nuovo rialzo rischia di pesare ulteriormente sulla spesa alimentare, 'rosicchiando' altre quote al budget per la tavola, già 'magro' per colpa della crisi".