Primi segnali di rimbalzo per le costruzioni. La domanda di mutui è in crescita
De Albertis (Assimpredil-Ance): "Bene le misure anticicliche del Governo. Ma la ripresa sarà lenta"
Roma, 24 settembre 2013 - Segnali di speranza per il settore delle costruzioni: "Dopo sei anni di numeri sempre più negativi, finalmente una lieve speranza per il domani, non certo derivata dall'inversione significativa di quei numeri ma dalla sensazione che il clima stia cambiando, anche se la ripresa sarà lenta e diversa tra i territori e tra i settori". Questo il quadro tracciato per il settore costruzioni da Claudio De Albertis presidente di Assimpredil Ance, ieri nel corso dell'Assemblea Annuale dell'Associazione che raggruppa le imprese di costruzione delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
I dati sulla domanda di mutui. Le misure per l’acquisto e locazione
Per il secondo mese consecutivo, infatti, la domanda di mutui delle famiglie italiane cresce e il mese di agosto ha fatto segnare un incoraggiante +4% rispetto all'agosto 2012, che segue al +2% del mese di luglio: si tratta di vere e proprie istruttorie presentate alle aziende di credito, di cui oltre il 75 % ha un valore inferiore ai 150 000 euro.
"Sono deboli segnali, che speriamo siano anticipatori di un cambiamento di rotta, il cui merito va anche al Governo - ha continuato De Albertis - che con importanti interventi normativi ha finalmente riconosciuto il ruolo anticiclico delle costruzioni e ha messo mano ad una serie di misure che potranno riattivare gli investimenti nel settore".
"La legge del fare e il decreto casa, in fase di conversione, insieme alle misure relative agli eco bonus e a altri interventi come il finanziamento dei Fondi per il sostegno all'acquisto e alla locazione per soggetti economicamente deboli, vanno nella giusta direzione. E' un risultato storico per il nostro settore che premia l'attività molto impegnativa che abbiamo fatto in quest'ultimo anno per affermare una sofferenza non più sostenibile. E' una prima concreta risposta, i cui effetti vedremo e misureremo tra qualche mese", ha aggiunto De Albertis, sottolineando però che "manca, ancora, una vera scossa in grado di far ripartire i consumi, ma le misure economico - finanziarie varate in questi ultimi mesi sono un punto di partenza, quella luce che da tempo aspettavamo di vedere in fondo al tunnel. Però dobbiamo osare di più!".
De Albertis ha quindi parlato, a titolo esemplificativo, della "cedolare secca" sugli affitti: "se il vigente regime agevolato della cedolare secca, oggi riservato alle persone fisiche, fosse esteso alle società si creerebbero le condizioni per lo sviluppo del mercato della locazione, dando una risposta concreta alla domanda di casa".
Cinque aree di intervento per risolvere "patologie"
A sostegno del settore, Assimpredil Ance ha individuato cinque aree di intervento per risolvere "patologie" del nostro sistema paese.
In primo luogo la "grave patologia" che riguarda la spesa corrente che continua ad erodere le risorse necessarie per gli investimenti. "Bisogna, quindi, intervenire sul patto di stabilità in forma più incisiva e in attesa che da Bruxelles si provveda a una revisione dei termini del patto europeo, è necessario introdurre una regola che salvaguardi la componente di investimento nei bilanci delle amministrazioni pubbliche interessate", ha dichiarato De Albertis nel suo intervento.
Una seconda patologia da affrontare riguarda il rapporto tra economia reale ed economia finanziaria: negli ultimi 5 anni la riduzione dei finanziamenti al settore delle costruzioni per il comparto abitativo è stata di quasi il 50% e di oltre il 60% nel non residenziale. "I Fondi previsti dal Governo sono un'altra risposta nella giusta direzione, ma bisogna che si vigili sui meccanismi finali di erogazione per capire subito cosa non funziona ed evitare di incagliare uno dei pochi aiuti concreti", ha affermato De Albertis.
Una terza patologia del nostro Paese è il peso fiscale sull'attività di impresa. "Servono ora - ha spiegato De Albertis - misure shock di immediato impatto sulla domanda e sui consumi. Questa è la priorità dell'azione fiscale per il nostro settore, perché se non riparte la domanda non c'è mercato e le imprese non sono nelle condizioni di poter investire e assumere, anche in presenza di sgravi fiscali sui redditi da lavoro".
La quarta patologia di questo Paese è la burocrazia: uno Stato che non sia in grado di governarla è destinato al fallimento. "Abbiamo consegnato a tutti i Ministri, ai Parlamentari, agli Amministratori Pubblici le 100 vessazioni individuate nella "giornata della collera" e nella "giornata delle vessazioni", ci aspettiamo che siano prese in considerazione e risolte", ha spiegato il presidente di Assimpredil Ance.
La quinta patologia riguarda il sistema della concorrenza e delle sue distorsioni. Nelle Province di Milano, Lodi e Monza e Brianza dal maggio 2012 al maggio 2013 si è perso l'11,8% dei lavoratori e l'11,9% delle imprese; le ore lavorate sono scese del 16% e quelle di Cassa Integrazione Guadagni sono salite del 54%. In 12 mesi si è passati da 55.832 lavoratori iscritti in Cassa Edile a 49.861 lavoratori, a cui vanno aggiunti: gli impiegati, i quadri e i dirigenti, i lavoratori dell'indotto e dei settori collegati nonché i professionisti. Questo nonostante nel territorio della Provincia di Milano ci siano i grandi lavori infrastrutturali della Pedemontana, della Tangenziale Est, della Brebemi, delle Vie d'acqua, della Rho Monza, e c'è l'Expo.
Delocalizzazione produttiva e distacco internazionale dei lavoratori
Secondo l’associazione la questione del costo del lavoro non è solo un problema legato alla crisi del settore e ad una esasperata concorrenza di imprese italiane non milanesi che oggi operano nel territorio lombardo. La convinzione è che stia avvenendo un vero e proprio processo di delocalizzazione produttiva che assume nell'edilizia caratteristiche peculiari e difficili da quantificare.
"Non potendo produrre le case e le infrastrutture all'estero - ha concluso De Albertis -, per poi importarle in Italia a prezzi insostenibili per il nostro mercato, si importano i lavoratori attraverso l'istituto del distacco internazionale, in particolare da Paesi dell'Est. Ben venga la libera circolazione di merci e persone nell'Unione Europea ma non è accettabile che un'impresa italiana con lavoratori regolarmente iscritti alla cassa edile abbia un costo del lavoro due volte superiore a quello di una azienda che opera usando i distacchi internazionali. Pretendiamo che si faccia chiarezza e che ci sia consapevolezza degli effetti".