Project bond, Ciaccia: fiducioso per decreto interministeriale entro fine luglio
Ance, Buzzetti: È fondamentale che vengano usati non solo per poche, grandissime infrastrutture
Roma, 19 luglio 2012 – Intervenendo al workshop dell’Ance sul tema “Project bond: uno strumento per il mercato delle costruzioni”, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Ciaccia, si è detto “fiducioso, che è qualcosa in più che speranzoso”, di definire il decreto interministeriale sui project bond entro fine luglio. “Nulla toglie, però” ha osservato Ciaccia, “che un soggetto possa decidere di investire da subito in project bond se non chiede garanzie particolari, andando incontro a un rendimento più alto a fronte di un maggiore rischio”. “Tra fondi sovrani, fondi pensione e fondi di investimento – ha aggiunto il viceministro – c'è una platea enorme di possibili investitori: la liquidità è l'ultima cosa che manca nel mondo”.
Ciaccia ha spiegato che i project bond potranno essere utilizzati per le grandi e medie infrastrutture, e ha citato autostrade, porti, interporti, logistica e ferrovie, ribadendo a tal proposito l’importanza di acquisire un'ottica di sistema. Inoltre, il viceministro ha precisato che sono strumenti senza impatto sul debito pubblico e fanno parte di una “cassetta degli attrezzi che consente agli imprenditori di raccogliere capitali in un periodo difficile e può fare la differenza per il futuro”.
Infatti, Ciaccia ha affermato che al Paese, nel triennio 2013-2015, servono circa 100 miliardi di Infrastrutture che “non si possono fare sognando di finanziarle con risorse pubbliche”. Secondo Ciaccia, circa il 50% di questa somma dovrà essere reperito attraendo il capitale privato, e “un successo dei project bond italiani potrebbe concorrere almeno per la metà di questa percentuale, apportando circa 25-30 miliardi di euro nel triennio”.
Nel corso del convegno è intervenuto anche il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, il quale ha chiarito la posizione dei costruttori edili, affermando che i project bond rappresentano un'opportunità, ma ad alcune condizioni. “Per noi è fondamentale che vengano usati non solo per poche, grandissime infrastrutture” ha spiegato Buzzetti, “ma anche per le numerose opere di media dimensione, delle quali il Paese ha un'assoluta necessità”.
Il presidente dell’Associazione dei costruttori edili ha poi precisato che questo strumento “ha senso se riuscirà a raccogliere capitali privati per finanziare la costruzione di nuove infrastrutture e non sarà limitato esclusivamente al rifinanziamento di opere già realizzate e in fase di gestione”.