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Briciole di pane

Project bond, ipotesi di tassazione al 12,5%

Roma, 19 febbraio 2012 - La questione è all'esame del ministero dell'Economia che porterà al Senato la soluzione adottata la prossima settimana: il project bond per le infrastrutture non funzionerà senza un regime fiscale agevolato. Già alcuni emendamenti presentati in commissione Industria al decreto liberalizzazioni pongono il tema: quello del leghista Castelli, per esempio, chiede che le obbligazioni connesse alla realizzazione di infrastrutture godano “dello stesso regime fiscale previsto peri titoli del debito pubblico”.

Aliquota al 12,5% quindi sui rendimenti anziché al 20% come per gli strumenti finanziari ordinari. Un'altra proposta, presentata da Ghigo e Cicolani, chiede l'estensione alle “società già costituite alla data di entrata in vigore del presente decreto”. Un altro emendamento Ghigo punta a estendere esplicitamente lo strumento ai servizi di pubblica utilità.

L'Economia sta già affrontando la questione e alcuni emendamenti sono stati predisposti dai tecnici e dalla Cassa depositi e prestiti in vista del confronto parlamentare che entrerà nel vivo la prossima settimana. Una delle proposte all'esame di Via XX settembre risolve l'aspetto fiscale con l'assoggettamento dei project bond al regime fiscale del DIgs 239/1996 che prevede appunto l'imposta sostitutiva al 12,5% (oggi applicata a Bot e Btp) e con un chiarimento ai fini della deduzione degli interessi: non scatterebbero le limitazioni previste dall'articolo 3, comma u5, della legge 549/1995.

Altri aspetti delicati ai fini dell'effettiva utilizzabilità dei bond sono l'estensione dell'operatività della garanzia anche alla fase di gestione e un'imposta fissa di 168 euro sulle operazioni relative alle garanzie. Il pagamento dell'attuale tassa del 4% renderebbe infatti non convenienti le operazioni di surroga, cancellazione, postergazione, frammentazione delle garanzie, ostacolando di fatto la circolazione dei titoli fragili investitori istituzionali (come fondi pensione o assicurazioni) legittimati a possederli.

Le proposte all'esame di Via XX settembre affrontano anche le questioni già poste in Parlamento dell'estensione a opere già realizzate e a servizi già affidati, oltre che ai servizi di pubblica utilità. Ancora più estensive le proposte, pure giunte sui tavoli dell'Economia, di una revisione ed estensione della fiscalizzazione per il project financing prevista dalla cosiddetta “Tremonti infrastrutture”. Qui il nodo resta la deducibilità dell'extragettito dell'Iva che perora è stata riconosciuta solo ai porti.

Giorgio Santilli - Il Sole 24 Ore