Project innovativo per la Due mari
Agli investitori non soltanto i pedaggi
Arezzo – Rivoluzione per la Due mari. Nuovo tracciato, nuovo innovativo piano di cofinanziamento e diretta partecipazione dei sistemi locali ai costi di realizzazione delle opere.
È l'ultima frontiera del partenariato pubblico-privato la soluzione proposta dal ministero dei Trasporti come possibile percorso per il completamento di una delle infrastrutture dalla storia più travagliata a livello nazionale. Dopo Accordi di programma Stato-Regione mai rispettati, clamorose proteste degli amministratori locali che torneranno a riunirsi nei pressi della galleria della Guinza proprio venerdì prossimo, la svolta sembra essere arrivata durante l'estate. Nelle settimane scorse, presso il ministero dei Trasporti, si è riunita infatti la Commissione tecnica con il compito di esplorare ogni percorso possibile per giungere al completamento della tanto attesa Strada di grande comunicazione E 78 (Fano-Grosseto).
In quella sede è stata illustrata la proposta elaborata dall'architetto Fabrizio Romozzi. La grande novità si chiama "cattura di valore" e punta a massimizzare i proventi per la finanza di progetto, a vantaggio dei privati, valorizzando parte dei benefici che derivano al territorio dalla realizzazione dell'infrastruttura. In pratica, nel tesoretto da mettere a disposizione degli investitori privati per finanziare il completamento della Due mari, oltre al pedaggio, finirebbero - dietro rinuncia dei comuni beneficiari - anche introiti da gettito Ici e da oneri di urbanizzazione di aree poste all'interno di un corridoio, al centro del quale dovrebbe passare il nuovo tracciato della E 78. A questo si aggiungerebbero contributi delle Cdc per oltre 8 milioni all'anno e delle Fondazioni bancarie presenti sui territori interessati, secondo parametri già fissati e per un periodo di 45 anni.
E lo Stato? Entrerebbe in gioco solo successivamente, ad opera realizzata e funzionante, nel 2017, versando a sua volta un contributo annuale già fissato, per lo stesso periodo di tempo. L'ipotesi presentata, rimette pesantemente in discussione il tracciato su tutti i lotti da realizzare nel tratto compreso tra la provincia di Arezzo e quella di Pesaro-Urbino, mentre resterebbero invariati quelli ormai già definiti con progetti esecutivi, per completare il tratto che attraversa le province di Grosseto e Siena. Questo per abbattere di quasi un miliardo di euro i costi di realizzazione dell'opera, che nella situazione attuale necessiterebbe di poco meno di 4 miliardi per essere portata a compimento. Ed è proprio la ridefinizione del tracciato lo scoglio più consistente che la proposta dovrà superare, come già emerge con chiarezza da alcune prese di posizione istituzionali. Il prossimo appuntamento per verificare la fattibilità dell'operazione è fissato a Roma il prossimo 27 Settembre, quando tornerà a riunirsi la Commissione tecnica ministeriale.