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Briciole di pane

Rc auto, in Italia le polizze più care della Ue

Superati solo dalla Gran Bretagna

Nel 2023 l'Italia aveva il prezzo medio più elevato nell'Unione europea per la copertura obbligatoria rc auto, collocandosi a 286 euro contro il valore minimo di Spagna e Francia, pari a 186 euro.

A superare l'Italia solo il Regno Unito a 381 euro. Lo si legge nella relazione annuale dell'Ivass sul 2024, riportata da un'agenzia Ansa, in cui l'istituto spiega che "i differenziali fra i Paesi sono legati a fattori quali i costi delle riparazioni e i sistemi di risarcimento in caso di lesioni o morte" e che il differenziale fra i premi pagati in Italia e quelli all'estero "si è progressivamente ridotto dal 2012".

Alla fine del 2024 gli investimenti delle compagnie assicurative italiane aveva superato i 1.000 miliardi di euro, circa i tre quarti dei quali con rischio diretto a carico dei bilanci assicurativi. Esclusi gli attivi per contratti index linked e unit linked, gli investimenti delle assicurazioni erano a 728,2 miliardi di euro, dei quali il 47,3% in titoli di Stato e il 34,9% in obbligazioni societarie e quote di Oicr. 

"Le operazioni di concentrazione proposte negli ultimi mesi, sebbene vedano come protagoniste in primo luogo le banche, avranno, se realizzate, significativi effetti anche sul sistema assicurativo". Lo ha detto il presidente dell'Ivass Luigi Federico Signorini, spiegando che "continueremo a seguire con la massima attenzione gli sviluppi". "Fermi i criteri alla base delle autorizzazioni prudenziali, il giudizio su ciascuna offerta spetta alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti". 

"Sulla Rc Auto i premi aumentano mentre i diritti calano. Le clausole vessatorie, la riparazione imposta presso riparatori di fiducia delle assicurazioni, il risarcimento diretto e il potere contrattuale delle compagnie hanno ridotto sensibilmente la concorrenza e la qualità delle prestazioni - denuncia il presidente Gabriele Melluso - Il settore assicurativo ha realizzato oltre 10 miliardi di utili complessivi, di cui più di 4 miliardi nel solo ramo danni: un record mondiale che rappresenta la cartina di tornasole della mancanza di reale concorrenza e di possibili speculazioni".
"Non è inoltre un vanto la nuova norma sulle macrolesioni, basata sulle tabelle progettate da Ivass, che consentiranno risparmi consistenti sui risarcimenti proprio ai danni delle vittime con lesioni gravi o gravissime. Una norma che rischia di trasformare il dolore in un risparmio per le compagnie - aggiunge Melluso - Altro tema critico è la norma sull'Arbitro Assicurativo: la composizione del collegio con tre membri designati da Ivass non garantisce la necessaria imparzialità. Serve una revisione immediata per assicurare reale equidistanza tra compagnie e consumatori". 

Secondo l'Ivass, nel 2023 l'Italia aveva il prezzo medio più elevato nell'Unione europea per la copertura obbligatoria rc auto, seconda solo al Regno Unito, ma il differenziale fra i premi pagati in Italia e quelli all'estero si è progressivamente ridotto dal 2012. "Una pessima notizia nota da anni, con la quale siamo costretti a convivere da troppo tempo" afferma Massimiliano Dona presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Ivass.

"Certo dal 2012 ci sono stati passi avanti, grazie alla liberalizzazione di Mario Monti e del ministro Passera che hanno aumentato la mobilità del consumatore togliendo l'obbligo della disdetta, mobilità che purtroppo manca in molti altri settori, a cominciare dalla telefonia. Il problema è che da allora non ci sono stati altri progressi altrettanto significati e che dal 2023 il premio dell'rc auto è addirittura risalito" prosegue Dona.

"Si è poi addirittura registrato un grave peggioramento per quanto riguarda il comparatore pubblico Preventivass che, a differenza del precedente, si limita a comparare i preventivi riferiti al solo contratto base r.c. auto, senza possibilità di aggiungere ad esempio furto, incendio, eventi atmosferici, copertura che ora ha subito aumenti esponenziali, rendendo il suo utilizzo poco utile e adeguato" aggiunge Dona.
"Senza una seria, istituzionale e indipendente possibilità di confrontare i prezzi delle polizze in modo completo e affidabile, non vi può essere vera concorrenza" conclude Dona.